«Nel regno di Distopia, manipolazione delle menti e azzeramento delle capacità critiche»

L'ANALISI di Giuseppe Fedeli: «La realtá si offre alla mente pensante come densa di significati, tutt'altro che facili da interpretare: diversi ne sono i paradigmi, le rappresentazioni e le conseguenti narrazioni, i codici sono cambiati al mutare di quelli»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

«Nel regno di Distopia. Viviamo una temperie scellerata, figlia di una implosione (il covid-format ha fatto da levatrice), i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. Questo impone una riflessione. La realtá si offre alla mente pensante come densa di significati, tutt’altro che facili da interpretare: diversi ne sono i paradigmi, le rappresentazioni e le conseguenti narrazioni, i codici sono cambiati al mutare di quelli. Distopia: secondo la definizione corrente, è “la previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi”.

A volte i classici del passato non solo possono aiutarci a comprendere la contemporaneità, ma ne sono lucida profezia. È il caso di «1984», arcinoto romanzo di George Orwell, che ci proietta in una dimensione governata dal Grande Fratello (guarda caso…), un’entità minacciosa, ispirata per molti versi ai dittatori del secolo scorso. Ciò che più inquieta del romanzo orwelliano è, appunto, la dittatura del pensiero unico: al regime non basta mantenere il potere ed esercitarlo a proprio piacimento, dacché esso vuole “colonizzare” la mente dei cittadini, pretendendo non solo la loro sottomissione fisica, ma anche quella psicologica. Non esiste più il “privato”: per controllare meglio i suoi sudditi, il regime ricorre al «teleschermo» (“strana” la somiglianza col trend che oggi imperversa…): uno strumento con cui il Big Brother può osservare ogni movimento, carpire ogni informazione, riconoscere ogni potenziale sintomo di dissenso. “E che cos’è il teleschermo, se non un odierno trojan che invade, spesso immotivatamente, la sfera privata del cittadino rivelandone i segreti e le debolezze?”(L. Gioli). La cronaca recente parla chiaro. Sospetto- paura liquida (locuzione coniata dal sociologo Z. Bauman)- manipolazione delle menti -sottomissione, cui consegue l’azzeramento delle capacità critiche e cognitive dell’uomo/suddito. Anche se, per le menti perverse che manovrano le leve del potere, tutto rientra nella norma, tutto obbedisce al “politically correct”.

* giudice


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