Nicola Loira
di Sandro Renzi
Oltre 10.700 auto circolanti a Porto San Giorgio, su un fazzoletto di terra ampio circa 8 kmq, uno dei Comuni con la più alta densità abitativa delle Marche e pochi parcheggi. Con conseguenti tassi di inquinamento da non sottovalutare. Un paese sempre più urbanizzato al punto che di aree edificabili tra un po’ se ne conteranno solo su una mano. Dopo i dati pubblicati da Cronache Fermane sulla consistenza dell’autoparco cittadino, si è aperto un confronto a Porto San Giorgio che investe tanto i temi tradizionalmente più caldi, da campagna elettorale, come viabilità e parcheggi, quanto quelli squisitamente tecnici ma che interessano il futuro assetto urbanistico del paese.
L’ex sindaco Nicola Loira, ora capogruppo del Pd in Consiglio, apre alla maggioranza Vesprini rimarcando la necessità di mettere mano al Piano regolatore generale. «Non è nella loro agenda –dice Loira- ma se non vogliamo arrivare tardi e male dobbiamo iniziare subito a ragionare insieme sul futuro assetto urbanistico della nostra città. Un percorso lungo che richiederà più di un mandato amministrativo. Questa Amministrazione potrà avere il merito di aver favorito la discussione e magari anche di aver approvato il nuovo strumento. Noi dall’opposizione siamo pronti a fare la nostra parte». Confronto che l’esponente dem auspica allargato al Consiglio comunale ed ovviamente alla II° Commissione, ma poi pure alla città. E non può mancare il supporto essenziale dei tecnici.
«Ci sono professionalità valide anche qui da noi a cui rivolgersi per ottenere soluzioni valide che aiutino la città a mantenere quella qualità della vita che da sempre ne è una caratteristica preponderante, tenuto conto della sempre maggiore incidenza nel nostro tessuto urbano di autostrada, statale e ferrovia in poche decine di metri» ricorda Loira. Se bisogna mettere mano al Prg è perché il carico veicolare crescerà inesorabilmente. Lo confermano anche i dati Aci. E «la problematica non può essere più trattata con soluzioni estemporanee, ad esempio cambi di sensi unici, parcheggi estivi e così via, ma occorre un ragionamento di ampio respiro che non può prescindere dal Prg» ammonisce ancora l’ex sindaco il quale peraltro sottolinea come oramai non si possa più pensare di suddividere Porto San Giorgio in tre zone, ovvero nord, centro e sud. «Ciò sarà tanto più vero quando le due aree improduttive ex Branella ed ex Cossiri saranno oggetto di intervento per la realizzazione di nuove strutture commerciali ed anche qui il traffico aumenterà». Non si tratta di decenni ma di pochissimi anni.
Pensare ad una città senza macchine richiede tempo ed un cambio di cultura radicale, per questo motivo Loira da una parte lancia l’allarme e dall’altra invita la maggioranza a confrontarsi proprio sul futuro di Porto San Giorgio. Il punto di partenza potrebbe essere magari il programma amministrativo, ripreso anche dal Dup, nel quale si faceva esplicito riferimento da parte del sindaco Vesprini alla intenzione di passare dallo “jus edificandi” allo “jus restituendi” inteso come diritto di recuperare, rigenerare e sostituire l’esistente evitando di gravare sul tessuto urbanizzato con nuove edificazioni. Punto di partenza, dunque, per rivedere l’intero Prg fermo agli anni ’90 e tarato secondo esigenze ormai superate. Un piano, peraltro, basato sul principio della perequazione, nel quale sono state individuate zone di espansione e suddivise in comparti edificatori e Zpu. Le uniche zona che hanno trovato alla fine attuazione sono state quelle mono-proprietario, il resto è rimasto sostanzialmente inattuato.
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