di Matteo Malaspina
C’è chi lascia e chi torna. Chi nelle difficoltà abbandona la nave che sta affondando e che ha dato il suo contributo per farla affondare e chi invece sulla nave ci sale anche se, forse, è troppo tardi per traghettarla al porto.
Andrea Tubaldi si è dimesso nella giornata di ieri e ha lasciato il ruolo di direttore generale della Fermana. Tanti saluti e un in bocca al lupo di cortesia, anche se mancherà davvero a pochi. Meno di tutti ai tifosi che lo hanno indicato come capro espiatorio di tutti i problemi che la squadra sta attraversando in questa annata. Già domenica sera dopo la disfatta di Vercelli, i supporters canarini non hanno esitato nel mostrare la loro rabbia contro l’ormai ex dg nei canali social, anche con appellativi poco ”nobili”, invitandolo alle dimissioni. Dodici ore dopo, Tubaldi se ne va lasciando dietro di sé un cumulo di macerie notevole e una serie di comparsate poco felici nelle varie conferenze stampa di quest’anno.
Per uno che esce di scena c’è sempre un ritorno. Tempo qualche ora che la società annuncia il ritorno, nel ruolo di direttore sportivo, di Massimo Andreatini, l’uomo tanto osannato lo scorso anno ma che quest’estate era stato gentilmente messo alla porta. «Un profilo che conosce al meglio le dinamiche dell’ambiente canarino ma soprattutto il campionato di Lega Pro» scrive la società. Magari è troppo tardi, o magari Max tirerà fuori la bacchetta magica e a gennaio regalerà qualche magia delle sue.
Dimissioni anche per Andrea Galassi quindi, verrebbe da dire. Macché, l’ex ds gialloblu è stato promosso a direttore generale. «In questi mesi difficili ha dimostrato di essere uomo di società, serio e competente sia dal punto di vista sportivo che organizzativo» dicono da Viale Trento. Una sviolinata che lascia un pò perplessi visto il lavoro che Galassi ha svolto finora, allestendo una squadra non all’altezza della categoria nonostante alla conferenza di presentazione si era posto come uno che aveva «rapporti molto stretti con persone che lavorano a massimi livelli» e dicendo di aver «attivato i contatti con l’Atalanta, la Fiorentina e la Juventus per far arrivare qualche giocatore importante da queste squadre». Nulla di tutto ciò, se non qualche giocatore della primavera dell’Inter che con la serie C non hanno nulla a che vedere, per ora.
E come se non bastasse, a Galassi affidato anche il compito di gestire e riorganizzare il settore giovanile. Dopo anni e anni in cui non si è costruito nulla, anni dove non si è riusciti ad instaurare una collaborazione con le squadre del territorio tanto da andare a cercare giocatori per l’Under 15 nell’ascolano per poter partecipare al campionato. Troppo tardi, ormai: il danno è fatto.
Tessere del domino societario che vengono spostate, tolte e rimesse, a testimonianza del grande caos che la Fermana sta vivendo già da questa estate anche dal punto di vista del campo. Si era puntato su Bruniera, uno che da oltre vent’anni non ha svolto il ruolo di head coach ma ha sempre affiancato gli allenatori nel ruolo di vice, per poi dargli il ben servito. Mea culpa generale e riecco Protti ”il salvatore”, colui che è stato presentato come la panacea di tutti i mali. Sei partite, 2 pareggi e 4 sconfitte. «La squadra non ha la condizione per correre 90 minuti» e «aspettiamo gennaio per tornare sul mercato» sono le due frasi mantra che l’allenatore romagnolo ripete da un mese a questa parte: intanto il campionato va avanti e la Fermana è sempre più ultima.
Capitolo squadra. Si è partiti in ritardo con una rosa di oltre 34 giocatori, capace di perdere in amichevole con il Montefano e pareggiare con il Montegranaro, due squadre di Eccellenza. Dall’Inter arrivano Curatolo (1 gol, buoni movimenti ma non è pronto per la Lega Pro), Biral (chi?) e Gianelli (chi l’ha visto?), dalla D arriva Fort, Tilli e Santi e i limiti si sono visti, mentre a fine mercato vengono piazzati i colpi da 90: Laverone e Calderoni (i meno peggio di questo inizio di campionato), Padella (non ne ha più), Montini (altalenante) e Semprini (buon giocatore ma non fa la differenza). Tra i nuovi innesti, unico che ha dimostrato doti importanti è stato il portiere Furlanetto. Dei rimasti della scorsa stagione, Giandonato e Misuraca hanno fatto fatica a riconfermare la condizione dello scorso anno, Pinzi rimane un’incognita, Spedalieri senza Parodi e Pellizzari sembra perso, mentre Scorza ed Eleuteri sono gli unici ad emergere. Sinceramente, troppo poco per provare, quantomeno, a raggiungere la salvezza. E se poi i giovani del vivaio da lanciare sono Grassi e Pistolesi che non hanno sfigurato quando sono stati chiamati in causa ma troppo lontani per poter essere considerati giocatori pronti per un campionato professionistico, allora capisci che la coperta è veramente corta e che serve un miracolo.
Tra il marasma emerge Paolo Calcinaro, il sindaco-tifoso che qualche giorno fa, con un post Facebook (rimosso dopo pochi minuti), si era sfogato sulla situazione della squadra chiedendo di essere uniti per il bene della Fermana. Calcinaro che però, ora, vuole vederci chiaro e sabato prossimo incontrerà il presidente Simoni per chiedere lumi su che acque si sta navigando. I giorni scorsi ci sarebbe stata una telefonata tra il primo cittadino e l’ex patron Vecchiola. Se sia vera questa indiscrezione o quello che si sono detti non è dato saperlo, anche se l’argomento Fermana difficile non sia stato toccato. Certamente, dopo l’addio di Vecchiola la società ha avuto grandi problemi economici: il risanamento di un debito a sei zeri, la riduzione del budget per la stagione 2023/24, consulenti finanziari che vengono come ”salvatori della Patria” e poi se ne perdono le tracce, difficoltà nel pagare gli stipendi e nuovi sponsor che ”arrivano arrivano” ma non ci sono. Una situazione difficile che non lascia ben sperare per il futuro della società.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati