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La sala conferenze della Questura intitolata al vicebrigadiere Giovanni Ripani, ucciso dalla banda Vallanzasca

FERMO - Domani alle 10,30 la cerimonia alla presenza delle più alte cariche della Polizia, di tutte le Marche, dei sindaci del territorio e del prefetto Achille Serra

Domani a partire dalle ore 10,30, presso la Questura di Fermo si terrà la cerimonia dell’intitolazione della Sala Conferenze al vicebrigadiere di Pubblica Sicurezza, Giovanni Ripani, Medaglia d’Argento al Valor Militare, ucciso il 17 novembre del 1976, in piazza della Vetra, a Milano, nel corso di un conflitto a fuoco con alcuni rapinatori della banda Vallanzasca, che stavano per assaltare una banca.

Per l’occasione arriveranno in Questura le massime autorità civili e militari della Provincia, esponenti del mondo politico, i questori delle Marche, e i sindaci dei comuni della provincia fermana. Saranno presenti anche gli alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria “Giovanni Ripani” di Altidona insieme al corpo docente e a rappresentanti del mondo scolastico.

Particolarmente emozionante sarà la testimonianza del prefetto Achille Serra, al tempo dirigente del turno di servizio in cui operava il vicebrigadiere, che sarà anche lui presente in Questura, per la giornata celebrativa.

Durante la celebrazione sarà ricordata la figura di Giovanni Ripani e il suo sacrificio avvenuto la mattina del 17 novembre 1976, quando stava svolgendo il suo servizio come capo scorta della volante “Duomo”. La sala operativa aveva diramato la nota che in via Urbano III, nei pressi della banca Cariplo, alcuni passanti avevano notato quattro ambigui individui passeggiare di fronte all’Istituto di credito.
Quando il vicebrigadiere ed il suo equipaggio erano giunti sul posto, insieme ad una seconda volante, i testimoni avevano riferito che i sospetti si erano allontanati qualche istante prima. Mentre il secondo equipaggio veniva dirottato dalla radio sul luogo di un altro intervento, Giovanni aveva deciso di rimanere in zona per cercare i sospetti. Si saprà più tardi che si trattava di tre pericolosi assassini, capeggiati dal capobanda Renato Vallanzasca. Qualche minuto dopo, uno dei funzionari della banca aveva indicato loro quattro uomini vestiti con impermeabili che stavano fuggendo in direzione della vicina piazza della Vetra. Ripani aveva così deciso di bloccarli, insieme al proprio collega.  “Fermi, Polizia!”, aveva intimato loro il vicebrigadiere.
I quattro si erano così girati ed avevano aperto il fuoco con mitra e pistole scatenando l’inferno. Giovanni, ferito gravemente, era riuscito a rispondere al fuoco e a colpire mortalmente uno dei quattro criminali, ferendone gravemente un secondo. Gli altri, però, lo avevano colpito con un’altra raffica di mitra. I banditi erano poi fuggiti facendosi scudo con un bimbo di tre anni, strappato dalle braccia del nonno. Avevano bloccato una macchina salendo a bordo e dileguandosi. Avevano anche sequestrato la donna che era alla guida, sparando su chiunque, e creando terrore e panico tra la folla. La signora era stata rilasciata più tardi, poco lontano. Giovanni è così spirato durante il ricovero in ospedale. Si sarebbe dovuto sposare la primavera successiva.

 


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