di Riccardo Treggiari *
«Il Fermano, nel settore delle infrastrutture viarie, è il più penalizzato del territorio regionale. Siamo in presenza dell’unica vallata, dove è coinvolto direttamente il capoluogo di Provincia, senza una strada di collegamento trasversale mare-monti che abbia una carreggiata di almeno 10.50 ml, che è il minimo richiesto per una strada moderna che possa classificarsi Statale. La via ferrata, poi, è scomparsa dal 1957, dopo mezzo secolo di onorato servizio. All’orizzonte, fortunatamente, grazie ad una forte volontà politica del governo regionale, favorita dalla presenza dei fondi del Pnrr, si comincia ad intravedere qualcosa di concreto: realizzazione del collegamento della costa con Campiglione e sistemazione di un consistente tratto della Amandola-Servigliano».
Parallelamente, rifiorisce anche l’idea di una metrotranvia sul tracciato della vecchia ferrovia Porto San Giorgio-Fermo-Amandola e, siccome sognare non costa nulla, c’è la proposta di Livini, apprezzabilissima, di chiudere l’anello coinvolgendo la vallata dell’Aso. Quest’ultimo progetto avrebbe il grosso obiettivo di calamitare, nel Fermano, l’intero crinale destro della Valdaso, con il vantaggio dell’ inter-provincialità. Tutto bene quindi? E no. Dobbiamo fare sempre i conti con il cronico tafazzismo dei politici fermani. In un interessante convegno tenutosi sabato scorso a Porto San Giorgio, per approfondire soprattutto il tema della metrotranvia, c’è da registrare la dichiarazione di Fabrizio Cesetti, che poi non dica che lo tiro sempre in ballo per criticarlo, che sostiene che con la metrotranvia non servirebbe più la Mare-Monti…Avete compreso bene? Tradotto il pensiero cesettiano, ci sembra di capire che sarebbe meglio abbandonare la sistemazione della Faleriense, in parte destinataria di un finanziamento concreto, per sognare una metrotranvia, sicuramente un bel progetto, purtroppo irraggiungibile per i prossimi decenni».
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