Il Montani sempre più eccellenza: dal riconoscimento europeo per la chimica dei materiale alla filiera dell’olio

SCUOLA - Dieci gruppi di studenti e insegnanti provenienti da tutta Europa sono a Berlino per presentare il 24 novembre i loro progetti didattici lungimiranti sul tema della sostenibilità a un pubblico internazionale. Tra loro c'è anche una squadra fermana che ha progettato un prodotto di cosmesi sostenibile, utilizzando scarti alimentari. I ragazzi dell’Agraria di Montegiorgio raccontano le esperienze vissute nel mese di ottobre a scuola, riscoprendo gesti della tradizione

La Chimica dei Materiali è il perno della sostenibilità e l’Europa sceglie il Montani. Dieci gruppi di studenti e insegnanti provenienti da tutta Europa sono a Berlino per presentare il 24 novembre i loro progetti didattici lungimiranti sul tema della sostenibilità a un pubblico internazionale. Tra loro c’è anche una squadra fermana che ha progettato un prodotto di cosmesi sostenibile, utilizzando scarti alimentari.

Il progetto “It will Beans”, coordinato dalla docente dell’Itt Montani, Teresa Cecchi e che ha visto protagonista la chimica del Montani con Luca Capretti, Tommaso Ferroni, Rayan Lavigna, Francesco Mecozzi, Nicholas Nicolai, Alessandro Paciotti, Noemi Pieragostini, Chiara Spreca, Giorgia Tarro Boiro, è stato selezionato per la finale europea della competizione di Science on Stage Europe “Future League” circa le pratiche Stem più innovative per il raggiungimento della sostenibilità. La delegazione rappresenta l’Italia ed è a Berlino, dove proporrà da domani al 24 novembre le attività svolte nell’ambito dell’insegnamento di Green Chemistry, con la collaborazione delle docenti Arianna Giuliani e Nadia Fraticelli.

«L’ambito di ricerca scelto, la cosmesi sostenibile da scarti alimentari – spiegano dall’istituto guidato dalla dirigente Stefania Scatasta – ha permesso di affrontare la questione Stem e Gender equality: lo stereotipo della ragazza consumatrice di cosmetici è stato analizzato e ribaltato; le ragazze sono diventate produttrici del cosmetico sostenibile che hanno anche testato. Si è progettato e prodotto uno struccante sostenibile, utilizzando solo scarti alimentari di aziende locali impegnate nel ripristino della biodiversità in un ecosistema montano, attraverso la coltivazione di colture tipiche della Dieta Mediterranea. Si sono sostituiti i tensioattivi di origine fossile con le saponine degli scarti delle leguminose, i silossani e le microplastiche con la pectina delle bucce d’arancia che donava anche oli essenziali antimicrobici. Non sono stati necessari conservanti tossici e fragranze. E’ stato studiato lo scaleup industriale (Unesco Project Planner) con imprese locali e iniziative a sostegno dell’imprenditorialità giovanile nella Città Learning Unesco di Fermo (Rotary Enterprise). La modalità didattica Clil, in lingua inglese, ha aiutato i ragazzi a sentirsi “citizens of the world” dato che i Sdgs sono certamente di respiro planetario e il lavorare in teams internazionali la cui lingua comune è l’inglese sarà il loro futuro.

«Rendere gli studenti consci del ruolo chiave della chimica per poter essere attenti armonicamente al pianeta, al profitto ed alle persone è stata anche un’azione di educazione civica – spiega la docente Cecchi – Il coinvolgimento degli studenti è stato molto elevato durante tutte le fasi del rinnovamento della pratica laboratoriale che è in corso all’Itt Montani». Gli studenti si sono a volte incontrati online anche senza la supervisione dell’insegnante e questo è molto gratificante per un docente perché significa che si è contagiato il desiderio di produrre e non solo riprodurre il “sapere”.

Ma con i ragazzi del Montani non è finita qui. Gli studenti dell’Agraria di Montegiorgio raccontano le esperienze vissute nel mese di ottobre a scuola, riscoprendo gesti della tradizione.

«In un oliveto, in località di Curetta di Servigliano, messo a disposizione da un’azienda agricola (la Morelli) convenzionata con l’Itt Montani, si è svolta la raccolta delle olive, mansione rientrante nelle attività riconosciute nel Pcto. Per un paio di giorni, noi ragazzi del triennio – raccontano i diretti interessati – ci siamo cimentati nel raccogliere le olive, esperienza attraverso cui abbiamo potuto vedere e constatare gli elementi costituenti un cantiere per la raccolta delle olive e le varie fasi che si susseguono durante tale operazione. Il posizionare a terra delle reti in plastica, solitamente verdi, al di sotto delle piante di olivo, l’utilizzo di abbacchiatori ad aria compressa, per la raccolta agevolata, alimentati questi da un compressore attaccato ad una trattrice cingolata. Alcuni si sono tolti anche il gusto di rimanere sul classico ed hanno utilizzato il consueto “rastrelleto” a mano. L’oliva al termine della giornata è stata poi trasportata in un frantoio locale per la spremitura e ottenimento dell’olio di oliva. La bellissima giornata autunnale è stata senza dubbio lunga e faticosa, ma è trascorsa facilmente, poiché intervallata da momenti conviviali, come si è abituati a fare nelle lunghe giornate lavorative nei campi. Una consistente colazione a metà mattinata, a base di salumi e dolci, per poi sospendere nuovamente le operazioni di raccolta e sederci tutti insieme, noi studenti, con i docenti accompagnatori ed alcuni responsabili dell’azienda agraria ospitante, per un mega pranzo a base di lasagne ed arrosto. Ovviamente non potevano mancare gli stornelli del nostro compagno Riccardo, accompagnato dell’organetto dell’altro coetaneo Daniele».

Dopo la raccolta, gli studenti del Montani indirizzo Agrario, sono stati al frantoio Abbruzzetti di Monterubbiano, realtà locale consolidata da moltissimi anni. Il frantoio ha mostrato ai ragazzi del primo, secondo e quinto anno, le tecniche e i macchinari per la lavorazione delle olive, da quelli più innovativi e all’avanguardia, fino a quelli più tradizionali. Le classi hanno iniziato la loro esperienza all’esterno del frantoio, dove vengono scaricate le olive, contenute in grandi ceste, le olive vengono da ulivi di agricoltori locali e da ulivi di proprietà dell’oleificio. La proprietaria, Loriana, ha iniziato a raccontare come si suddivide l’edificio adibito alla trasformazione delle olive, raccontando, anche, in generale tutto il processo che porta all’olio, coinvolgendo i ragazzi con qualche domanda. La proprietaria ha poi illustrato il processo finale per ottenere l’olio, l’estrazione. Infine, l’oleificio ha offerto a tutti gli alunni pane e olio, «L’olio d’oliva è un prodotto che caratterizza l’agricoltura e la cucina marchigiana da migliaia di anni – ha spiegato Loriana Abbruzzetti – è uno degli elementi alla base della nostra cultura».

Per completare il progetto, nei prossimi giorni, all’interno dei laboratori della scuola, indossando i propri camici bianchi, i ragazzi eseguiranno alcune analisi chimiche dell’olio di oliva, approfondendone le caratteristiche organolettiche. Seguiranno inoltre esercitazioni finalizzate al riconoscimento delle più diffuse cultivar locali, scoprendone le relative esigenze colturali e studiandone le problematiche legate alle principali avversità biotiche ed abiotiche, per poi organizzare anche delle lezioni di assaggio olii di oliva.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti