di Silvia Ilari
È stato un pubblico delle grandi occasioni quello che ieri ha accolto Mogol al Teatro Alaleona di Montegiorgio.
L’autore delle più note canzoni di Battisti, Mango e tanti altri – il cui vero nome è Giulio Rapetti – è stato l’ospite d’onore, ieri pomeriggio, dell’evento “Il mio canto libero “organizzato dalla Commissione provinciale Pari Opportunità di Fermo e provincia di Fermo.
Prima dell’inizio vero e proprio della lectio magistralis tenuta da Mogol, il sipario si è aperto sul volto della studentessa universitaria e di recitazione Alice Pistilli, che ha letto una lettera indirizzata a Giulia.
Giulia è ovviamente Giulia Cecchettin, la giovane laureanda barbaramente uccisa, il cui triste destino ha commosso tutta Italia. Da coetanea, Pistilli ha esortato le persone a non guardare oltre, a non dimenticare lei e tutte le altre donne morte per mano di chi diceva di amarle: «Mi rivolgo a voi che state ascoltando (…)» ha detto. «Non è più sopportabile che accadano situazioni del genere (…) non vi dimenticate di loro, non vanifichiamo il loro sacrificio e che la loro memoria sia da oggi in poi motivo di giustizia, di ricordo e di educazione al rispetto per crescere uomini migliori».
La consigliera Mariani: «Educhiamo ed educhiamoci al rispetto, per essere esempio».
La prima a prendere la parola per i saluti istituzionali è stata la consigliera provinciale con delega alle pari opportunità Luciana Mariani, con un intervento volto a smuovere le coscienze, certamente non ingessato. Dopo i ringraziamenti di rito ai rappresentanti delle istituzioni presenti, ha voluto raccontare della grande responsabilità di cui è stata investita da quando ha assunto il suo ruolo.
«Quando due anni il presidente Ortenzi mi ha proposto la delega alle Pari Opportunità, ho accettato subito con entusiasmo e slancio, ma devo dire poco consapevole della responsabilità che richiedeva. Soprattutto, però, non avevo fatto i conti con la tristezza e lo scoramento che, in particolare, in queste ultime settimane mi hanno fatto compagnia: ma sono fortunata perché questi sentimenti, così come l’entusiasmo, ho la fortuna di condividerla con una commissione provinciale molto unita (…) Ringrazio il sindaco di Fermo Calcinaro e tutti i Sindaci dell’ambito territoriale XIX che nel 2017 hanno permesso la creazione di una casa rifugio, destinata a donne con figli minori e maltrattate. Qui c’è Chiara Ferrari dell’On the Road, la cooperativa che segue la casa rifugio e gestisce i centri antiviolenza. Noi tutti dobbiamo stimolare le donne a denunciare, se veniamo a conoscenza di fatti di violenza, ma soprattutto dobbiamo fare ancora di più. Dobbiamo cercare di intercettare prima. (…)» ha affermato.
Ha poi parlato di un prossimo progetto, in concerto con la dirigente Laura D’Ignazi del Iiss “Carlo Urbani”, che vedrà la psicoterapeuta e sessuologa Roberta Rossi nelle scuole a febbraio, aggiungendo: «Io ringrazio i dirigenti scolastici qui presenti, che già fanno tanto, ma basta demandare tutto alla Scuola. È bene che nel momento in cui ognuno di noi occupa uno spazio in questa società, si senta in dovere di renderla migliore. I ragazzi vanno educati al rispetto, quindi vi prego, educhiamo ed educhiamoci al rispetto e alla gentilezza così da essere d’esempio. Cerchiamo di prevenire i disagi nei nostri giovani e, quando li intercettiamo, aiutiamoli in modo specifico e adeguato».
Le Istituzioni: «Essenziale fare rete»
Sono diverse le realtà che hanno affiancato la Provincia di Fermo e la sua Commissione provinciale Pari opportunità con un patrocinio o supporto e che hanno parlato successivamente tramite i rappresentanti designati.
Dopo Mariani, la parola è passata a Michele Ortenzi, presidente della Provincia di Fermo e sindaco di Montegiorgio, paese di cui ha messo a disposizione il Teatro Alaleona per l’evento. «Sto notando che viviamo iperprotetti, in una bolla e non siamo più abituati alla sconfitta. Soprattutto noi uomini. È necessario fare prevenzione già all’interno delle famiglie attraverso un sistema educativo diverso, facendo capire ai figli che ci sono anche dei doveri. Inoltre, credo sia essenziale la certezza della pena. Il lavoro della Commissione in Provincia procede in maniera spedita e io credo che tutti insieme possiamo fare la differenza. Come sindaco e presidente della Provincia vorrei dedicare questa giornata a Giulia Cecchettin».
Il prefetto di Fermo Michele Rocchegiani ha parlato di «un grave disorientamento che coinvolge tutti noi, abbiamo bisogno di risposte che non siano solo normative». Ricordando il grido delle ragazze nelle vie di Roma il 25 novembre «Libere di essere libere».
Tiziana Maccari della Polizia di Stato ha sottolineato «l’importanza dell’ascolto, quando la donna non ha ancora la forza di denunciare. Fondamentale in questi casi è la rete: centri antiviolenza, Comune, assistenti sociali, Provincia, Forze dell’Ordine».
Ha raccontato la sua esperienza Maria Lina Vitturini, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche che il 25 novembre ha visitato, a Fabriano, la comunità di Don Aldo Bonaiuta che aiuta le ragazze vittime della tratta: «Pur avendo visto altre situazioni di violenza durante questo percorso, ieri sono rimasta realmente colpita da ciò che mi hanno detto. Ragazze, anzi bambine, chiuse in scantinati, che hanno subito violenze inaudite: orecchie tagliate, bruciature da sigaretta. Mi sono chiesta: “Quale uomo può aver fatto questo?” Purtroppo, l’hanno fatto uomini che si definiscono civili e che sono tra di noi».
Giorgio Girotti Pucci – presidente della Fondazione Carifermo – ha affermato che «è necessario prendere coscienza che c’è ancora molto da fare, poiché persiste un rifiuto nel riconoscere la libertà della donna».
Di azioni concrete ha parlato Alessandro Ranieri dell’Ambito territoriale XIX, ricordando i progetti che lo stesso ambito sta portando avanti: «Interventi specialistici, centri antiviolenza, centro per uomini maltrattanti, casa rifugio, percorsi sull’autonomia delle donne, accompagnamento degli avvocati, formazione congiunta degli operatori, vademecum e carta dei servizi».
Questo ricordando il numero di telefono provinciale il numero dedicato provinciale 800215809 e quello nazionale 1522.
In chiusura la presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità Francesca Palma ha specificato come la stessa sia «espressione di sorellanza». «La provincia di Fermo è piccola, è giovane ma forte, unita e coesa» ha detto.
Pensieri e parole di Mogol: «Il vero amore è sostegno»
La musica di Mogol parla di donne, parla di amore ed è stato un buon punto di partenza per interrogarsi su cosa sia e non sia realmente amore.
A conversare con lui, l’avvocato Donatella Sciarresi componente provinciale della Commissione Pari Opportunità e ideatrice dell’evento.
«Come parleresti ai ragazzi di oggi della relazione amorosa?» ha chiesto al paroliere.
«Essere attratti è facile, ma volersi bene veramente è difficile. Vuol dire cercare di aiutarsi reciprocamente e fare una sorta di gara a chi soccorre di più l’altro, preferendo che stia bene l’altro più che se stesso» ha risposto.
Mogol non si è esulato dal commentare l’argomento della violenza contro le donne: «Nel momento in cui una donna lascia un uomo che poi compie questi gesti, lui vede precipitare tutta la sua sicurezza, perché ha avuto bisogno di lei, ma non l’ha amata, che è diverso. Per me se un uomo viene diffidato ad avvicinarsi a una donna ma lo fa comunque, deve andare in prigione un anno. Ogni legge dovrebbe prevedere una punizione che va temuta. Chi uccide poi, dovrebbe avere l’ergastolo senza riduzioni di pena».
L’evento è stato anche l’occasione per momenti più leggeri, in cui Mogol ha raccontato tanti episodi sulla sua vita, sulla nascita delle sue canzoni; e ancora su un messaggio dall’aldilà da parte di Lucio Battisti, degli incontri con Celentano e Nicola Di Bari, fino al ricordo di Mango, scomparso tragicamente durante un concerto.
Ad accompagnarlo sul palco, il pianista e docente del Cet, la scuola di Mogol, Gioni Giuseppe Barbera che ha suonato i più gradi successi scritti dal paroliere, intonati dal pubblico, dalle consigliere tutte e naturalmente da Mogol in prima persona.
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