«Chiediamo di accertare e verificare se dalla mancata esecuzione della sentenza del Tribunale di Fermo non derivino conseguenze, anche patrimoniali, a carico della società partecipata San Giorgio Distribuzione e Servizi e, quindi, anche nei confronti del Comune di Porto San Giorgio, in relazione alla mancata assunzione del dottor Cuomo, al protrarsi del risarcimento del danno allo stesso dovuto non essendo intervenuta alcuna assegnazione dell’incarico, alla validità ed efficacia degli atti assunti ed adottati dal direttore generale la cui nomina è stata annullata e dichiarata illegittima. E ancora, alle conseguenze anche risarcitorie dalla assunzione di atti verso terzi che si rivelino poi del tutto nulli ed inesistenti, alla validità ed efficacia dell’adozione di atti che comportano assunzioni di impegni di spesa a carico della società Sgds Multiservizi SrL e alla retribuzione corrisposta al direttore generale malgrado la nomina dichiarata illegittima. Inoltre, si chiede di verificare in ogni caso la opportunità che mantenga la propria posizione al vertice della società e ne assuma tutta la responsabilità operativa, il direttore generale la cui nomina è stata dichiarata illegittima da parte del Giudice del Tribunale di Fermo».
Sono le domande che la minoranza consiliare sangiorgese oggi ha riportato in un’interrogazione consiliare indirizzata al sindaco Valerio Vesprini, al segretario del Comune e ai vertici della società partecipata. Come è evidente, l’oggetto ruota intorno alla figura del dg della partecipata, ruolo balzato in questi messi alla ribalta delle cronache locali proprio a seguito di una sentenza del tribunale del 10 ottobre scorso. A firmare l’interrogazione sono i consiglieri Nicola Loira, Catia Ciabattoni, Elisabetta Baldassarri, Christian De Luna e Emiliano Agostini.
«Con quella sentenza – si legge nell’interrogazione – è stato stato accolto il ricorso proposto da Emilio Cuomo avverso la nomina effettuata del dottor Piero Mognaschi a direttore Generale della società Sgds Multiservizi SrL a seguito dello svolgimento di un procedimento concorsuale. La sentenza dichiara l’illegittimità della nomina a direttore generale di Sgds Multiservizi S.p.a. di Mognaschi per il periodo dal primo marzo 2023 al primo marzo 2026, di cui al verbale di assemblea del 24 febbraio 2023 e, per l’effetto, accerta il diritto di Cuomo all’attribuzione di tale carica, condanna la società Sgds Multiservizi a porre in essere tutti gli adempimenti necessari per rendere effettiva la nomina del ricorrente a direttore generale, condanna la medesima società a risarcire il danno patito da Cuomo sino all’assegnazione effettiva dell’incarico, pari ai compensi previsti e dedotto quanto percepito dal ricorrente per l’espletamento medio termine di altre cariche. Visto l’art. 91 c.p.c. compensa per metà le spese di lite e condanna la società Sgds Multiservizi S.p.a. e Mognaschi, in solido tra loro, alla rifusione, a favore di Cuomo, della prestante parte delle spese di lite, liquidata già ridotta in complessivi 2.950 euro, oltre al rimborso spese generali del 15%, c.p.a. ed i.v.a..».
«Tuttavia alla data odierna tale sentenza non risulta in alcun modo eseguita, in quanto Mognaschi – continuano nella loro interrogazione i consiglieri di opposizione – continua a svolgere regolarmente le proprie funzioni come direttore generale della società (…). Quindi, la permanenza di Mognaschi nel proprio ruolo e nelle proprie funzioni costituisce una aperta violazione e disapplicazione delle disposizioni della sentenza del Tribunale di Fermo. Inoltre la permanenza di Mognaschi nel proprio ruolo e nelle proprie funzioni impedisce evidentemente di dare attuazione alla disposizione della sentenza che condanna la società Sgds Multiservizi SrL “ a porre in essere tutti gli adempimenti necessari per rendere effettiva la nomina del ricorrente a Direttore Generale e, inoltre, viene in questo modo disattesa e non adempiuta la ulteriore disposizione con cui la società è stata condannata al risarcimento danni nei confronti del ricorrente, pari ai compensi non percepiti fino all’assegnazione dell’incarico».
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