«Donna, mistero senza fine bello» Il mondo femminile nell’analisi di Fedeli

L'ANALISI di Giuseppe Fedeli: «La donna si “declina” su più fronti, ma l’ingegno, la delicatezza, l’estro restano sue prerogative. Deputata da sempre alla funzione più nobile, dare la vita donandone il frutto, ha tuttavia conosciuto epoche in cui è stata "svilita" dalla negazione dei diritti e delle “pari opportunità” rispetto all’universo maschile»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

Donna, mistero senza fine bello
“Sii te stesso, gli altri posti sono occupati” -Oscar Wilde

Grandi donne, donne che hanno fatto la storia. Donne che hanno lasciato la loro impronta sul mondo, rimanendo se stesse: Simone de Beauvoir, l’icona più rappresentativa del nuovo femminismo, in termini di analisi della relazione di potere tra uomo e donna; Frida Kahlo, le cui opere grondanti sofferenza e rabbia per le ingratitudini della vita, riempiono musei e murales di tutto il mondo; Oprah Winfrey, vittima di abusi e di una violenza inimmaginabili; Marie Curie, due volte premio Nobel per la fisica e per la chimica; Rita Levi Montalcini, che sognava di fare la modella.

“Icone” depositarie di verità che vanno oltre l’apparenza, vessillifere di battaglie che hanno segnato traguardi importanti in direzione del “progresso” socio-antropologico. Ma il ventaglio è infinitamente più ampio e variegato. “Donna, mistero senza fine bello” (verso memorabile del grande Gozzano): filios aluit et lanam fecit, dicevano di lei i Romani, consegnandola a queste mansioni. Oggi le cose sono cambiate. La donna si “declina” su più fronti, ma l’ingegno, la delicatezza, l’estro restano sue prerogative. Deputata da sempre alla funzione più nobile, dare la vita donandone il frutto, ha tuttavia conosciuto epoche in cui è stata “svilita” dalla negazione dei diritti e delle “pari opportunità” rispetto all’universo maschile. Di là della rappresentazione stereotipa che vuole la donna sex symbol, omologata a cliché consumistici, al fine di stimolare in chi guarda lo spirito di emulazione, ci sono donne che non hanno fatto della bellezza un feticcio, ma che rimangono scolpite nello sguardo dell’osservatore, proprio perché portatrici di valori altri. Il mondo, è stato detto, è non tanto al femminile, ma femminile: “Perché l’idea della donna (…) che ci mettono continuamente sotto gli occhi, quella a cui dovremmo sforzarci di assomigliare (…) non l’ho mai vista da nessuna parte. È addirittura possibile che non esista”. (Virginia Despentes). Come a dire l’Eterno Femminino, celebrato in versi memorabili da Goethe nel Faust.

* giudice


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