di Matteo Malaspina
Continua a tener banco a Sant’Elpidio a Mare la “telenovela” che riguarda la contrada San Giovanni ma stavolta la questione si fa decisamente più seria rispetto alla querelle estiva. Dopo che il giudice del Tribunale di Fermo a novembre ha deciso di rinviare l’udienza al 18 settembre 2024 confermando il commissariamento, i ”dissidenti” continuano a portare avanti la loro battaglia contro l’Ente Contesa decidendo di non lasciare la sede e, anzi, continuando ad organizzare eventi e feste.
Il problema, come spiega il primo cittadino Alessio Pignotti è che «c’è una procedura di sfratto e a febbraio il Tribunale dovrà decidere la convalida. Attendiamo l’udienza ma come sindaco e proprietario dell’immobile non è corretto che dentro a quei locali si faccia di tutto e di più».
Quello a cui Pignotti si riferisce riguarda le cene che la contrada continua ad organizzare nonostante la procedura di sfratto, come il cenone di Capodanno dove hanno partecipato oltre 170 persone, la mostra dei presepi durante le festività natalizie e la cena per festeggiare Sant’Antonio Abate di sabato prossimo. Eventi che, in base all’articolo 80 del Tulps necessitano di una licenza di agibilità e altri tipi di autorizzazioni che il Comune elpidiense non avrebbe rilasciato, come lasciano intendere il primo cittadino e il commissario Alessandra Gramigna. Contando anche che alcune cene, come è scritto nell’articolo 68 del Tulps, necessitano di un’autorizzazione di pubblico spettacolo. E allora perché, se non ci sono le licenze, il Comune non interviene?
«È un aspetto che finora non abbiamo mai affrontato per non calcare troppo la mano. Il mio atteggiamento è stato quelli di mantenere i toni bassi altrimenti si potrebbe arrivare ad un punto di non ritorno – spiega Pignotti – Certo è che, se succede qualcosa, le responsabilità sono di queste persone. La mia idea è quella di aspettare il pronunciamento del Tribunale sulla procedura di sfratto di febbraio».
L’auspicio del sindaco è che la giustizia faccia il suo corso senza, di fatto, doversi lui addentrare in una situazione spinosa ma, vista la delicatezza della situazione con un pericolo di pubblica sicurezza se davvero le autorizzazioni non ci sono, a quel punto intervenire diventa quasi obbligatorio. «Mi riserverò di verificare quello che viene fatto in quella sede e a breve avrò un incontro a cui parteciperanno l’avvocato e il segretario comunale» continua Pignotti.
In tutto questo però emerge anche la figura del vicesindaco Roberto Greci che ha deciso, forse in maniera incauta, di partecipare ad un evento in sede, scatenando il malcontento dell’amministrazione e dell’Ente. Lui si è giustificato dicendo di essere presente perché invitato e a titolo personale ma nella pagina social della contrada è stato presentato come ”vicesindaco” e fotografato con il microfono in mano mentre portava i saluti istituzionali.
Situazione che non piace nemmeno al commissario della contrada, Alessandra Gramigna: «Il Comune qualche valutazione la dovrebbe fare. Io ho richiesto le chiavi una decina di volte alle persone che occupano abusivamente la sede, tra l’altro senza pagare niente e più di questo non posso fare». Gramigna fa chiarezza anche sul tema tesseramento visto che i ”dissidenti” hanno deciso di aprirne uno per loro conto a nome della contrada. «Per partecipare alla Contesa del Secchio il tesseramento deve essere fatto all’Ente Contesa, per il resto ognuno fa quello che vuole, senza però utilizzare nomi impropri. Non escludo che questo potrebbe avere delle ripercussioni di tipo giudiziario che stiamo valutando – spiega -. La contrada San Giovanni ha un commissario in carica e il suo consiglio non ha nessun valore di tipo legale, come ormai conclamato dal collegio della sezione civile del Tribunale di Fermo».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati