Villa Bonaparte
I matrimoni con rito civile si potranno celebrare ancora nelle dimore storiche oltre che nella sede comunale, nel Teatro e a Rocca Tiepolo. In forza di una convenzione che avrà la durata di 3 anni e che dovrà essere sottoscritta dal Comune e dai privati, potranno dunque celebrarsi matrimoni a Villa Bonaparte, Villa Clarice e Villa Santa Maria al Poggio. Su cinque dimore contattate dal dirigente Carlo Popolizio hanno infatti risposto in tre.
I dettagli di questa operazione che prende le mosse da una precedente delibera del 2020 saranno illustrati in conferenza stampa domani. L’obiettivo dell’Amministrazione Vesprini è duplice: far conoscere le bellezze della città di cui queste Ville rappresentano una importante vetrina e integrare le convenzioni stesse «anche al fine di garantire siti accoglienti ed ordinati sia negli ambienti esterni che in quelli interni in occasione dei matrimoni». Insomma offrire un luogo degno di ospitare un rito simile, tanto più che quel luogo salirà al rango di “Ufficio di Stato civile distaccato” per tutta la durata della convenzione. Da parte dei proprietari la disponibilità a concedere gli spazi interni alle loro Ville dipenderà dalla volontà dei nubendi che potrebbero decidere di svolgere nella dimora storica tanto il ricevimento quanto il rito stesso. Resta inteso che tutti gli aspetti organizzativi ed economici saranno a carico della proprietà e degli sposi. Alle casse comunale andranno invece 500 euro per ogni matrimonio celebrato in queste sedi distaccate dove andrà garantito, si legge nelle convenzione, un adeguato allestimento degli ambienti adibiti a separato Ufficio di Stato Civile, comprendente almeno un tavolo di caratteristiche e dimensioni adeguate alla sottoscrizione di atto pubblico; quattro sedie o poltroncine: una per ciascuno degli sposi ed una per ciascuno dei testimoni; una sedia o poltroncina per il celebrante. Con la convenzione, peraltro, l’ente di via Veneto non assume alcun obbligo rispetto ad esempio alla custodia o alla conservazione degli arredi né potrà essere ritenuto responsabile in caso di danni.
Sandro Renzi
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