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«Pasqua di Resurrezione e il cammino verso la fede contro l’ilare inerzia»

IL PUNTO di Giuseppe Fedeli: «Bisogna attraversare le tenebre per affacciarsi alla Luce: è questo l'insegnamento dei grandi spiriti che, ad imitazione del Cristo, hanno sposato la sua Causa, affrontando “di petto” la summa quaestio. Nondimeno, soltanto incamminandoci su questo sentiero - senza deviazioni, né scorciatoie e soluzioni a buon mercato- possiamo trovare una ragione alla nostra esistenza, anche se il percorso è costellato di mille difficoltà, ostacoli, ferite; di lutti a volte inaccettabili, che ci fanno gridare al cospetto dell'Altissimo. Il cuore della escatologia, che incomincia da questo breve passaggio sulla terra, è la carità: la fraternità, un tu al quale relazionarsi, con cui con-dividere la sorte, ”passando oltre”: locuzione che, appunto, significa Pasqua»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

La Pasqua (da Pèsach, festività ebraica che dura otto giorni -sette nel solo Israele-, e che ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto, e il suo esodo verso la Terra Promessa) rappresenta il punto di partenza, e, insieme, di arrivo del nostro pellegrinaggio sulla terra. Con la Pasqua si spalancano le Porte a una Dimensione Altra, che culmina nella Resurrezione nel Cristo, offertosi allo scandalo della Croce per la salvezza di ciascuno di noi.

Ma di questo gesto tanto semplice quanto sublime ci dimentichiamo troppo spesso: la fede va alimentata attimo dopo attimo, come il corpo, anche lo spirito ha bisogno di essere coltivato con cura e abnegazione. Fosse anche una scommessa (le paris di pascaliana memoria), ne vale la pena. Nella venuta del Cristo -dice il teologo Jürgen Moltmann- e nella risurrezione, l’escatologico ha fatto il suo ingresso nella storia; la storia si pone, così, in cammino verso il suo compimento finale: “La speranza diventa realistica e la realtà diventa pregna di speranza”. E ancora: “La risurrezione di Cristo è anticipazione del futuro di vita e di risurrezione che Dio dona all’umanità”. Quanto al lato “pagano” di questa festività, una ilare inerzia riempie le giornate dei più, che, quasi sempre, si dicono agnostici (spesso perché fa loro comodo), accovacciati sul sofà, o intenti a gozzovigliare. Ben vengano, in periodo pasquale, complice il bel tempo, le gite fuori porta: di anno in anno, tuttavia, le feste comandate si riducono sempre più a una sorta di shopping, uno scambio zuccheroso e non partecipato di auguri, che è la cifra del perbenismo. Chiave di lettura stonata e sbagliata.

Come dicevo, probabilmente è troppo faticoso coinvolgersi in una sfida, in cui ci giochiamo tutto; intraprendere un cammino scosceso, disseminato di dubbi, prove, passare per la “porta stretta” della Fede. Tiepidezza di costumi, che il Cristo ha sbaragliato con la potenza della spada. La fede è combattimento spirituale, askesis. Bisogna attraversare le tenebre per affacciarsi alla Luce: è questo l’insegnamento dei grandi spiriti che, ad imitazione del Cristo, hanno sposato la sua Causa, affrontando “di petto” la summa quaestio. Nondimeno, soltanto incamminandoci su questo sentiero – senza deviazioni, né scorciatoie e soluzioni a buon mercato- possiamo trovare una ragione alla nostra esistenza, anche se il percorso è costellato di mille difficoltà, ostacoli, ferite; di lutti a volte inaccettabili, che ci fanno gridare al cospetto dell’Altissimo. Il cuore della escatologia, che incomincia da questo breve passaggio sulla terra, è la carità: la fraternità, un tu al quale relazionarsi, con cui con-dividere la sorte, ”passando oltre”: locuzione che, appunto, significa Pasqua.

* Giudice


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