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Cantiere davanti alla gelateria, il disappunto di Pelacani: «Impossibile lavorare, l’intervento andava concordato»

PORTO SAN GIORGIO - Le rimostranze di Cristina Pelacani e del marito Aldo Giacomozzi che si sono ritrovati un cantiere davanti al loro pubblico esercizio in piazza Mentana

Cristina Pelacani

Cantiere davanti alla gelateria Pelacani, in piazza Mentana. E i titolari sbottano: «Così non possiamo lavorare». Questa mattina, davanti alla gelateria Pelacani, nei pressi di piazza Mentana sono partiti i lavori alle tubature, con relative transenne e disagi per l’attività. «Noi non abbiamo nulla contro l’amministrazione o la Municipale -hanno chiarito i titolari – Chi lavora ha tutte le autorizzazioni del caso ma è mancata un po’ di sensibilità. Oggi per noi è mezza festa, bastava concordare».

La titolare, Cristina Pelacani, aveva già organizzato tutta la giornata di lavoro, personale compreso. Anche i rifornitori continuavano a passare questa mattina ma si sono trovati di fronte il cantiere sui tre lati dell’attività. Di fatto, sul calendario oggi risulta un giorno lavorativo ma essendoci le scuole chiuse e diversi turisti ancora in giro, per chi è del settore, una bella giornata come quella odierna è quasi festiva. Questa mattina, giravano ancora diversi camper in città dopo che il week end di Pasqua è stato positivo per le numerose presenze, con turisti e residenti dell’entroterra che sono arrivati appositamente per gustarsi un gelato da Pelacani.

«Oggi per noi è mezza festa – fa presente Cristina Pelacani- sarebbe bastato avere un minimo di criterio. Le scuole sono ancora chiuse e ci sono ancora turisti in giro per l’ultimo gelato prima di ripartire. Non erano lavori da farsi in questi giorni. I clienti dell’albergo questa mattina sono scesi e si sono ritrovati le transenne davanti all’ingresso della gelateria». Il cantiere, segnalato anche nei cartelli nelle vie limitrofe e motivato da lavori alle tubature, arriva dopo 5 mesi invernali. «Potevano farlo prima – rimarca Cristina Pelacani- quando eravamo chiusi, per evitare disagi. Abbiamo riaperto il 9 marzo. Tutti chiedono quando arrivano i turisti, e quando ci sono gli facciamo trovare i cantieri aperti. Quando i turisti ci sono, vanno trattati bene e bisogna dare il meglio. Oggi ancora non sappiamo se possiamo aprire ma in queste condizioni è impossibile, tra il rumore e la polvere. In più, il passaggio al gazebo esterno è interdetto dalle transenne».

La prospettiva è quella del cantiere aperto per tre giorni, visto e considerato che, come previsto, non possono lavorare di sabato e domenica. «Avrebbero potuto farlo la settimana prossima – ha continuato Cristina Pelacani – almeno il lunedì abbiamo il giorno di chiusura. Sotto la settimana di Pasqua è il periodo più sbagliato. Oggi non sappiamo né se apriremo né se fare il gelato. Mi ero anche organizzata con il personale. Fino a che non riaprono le scuole, sappiamo che si lavora».

Il marito, Aldo Giacomozzi non le ha mandate a dire: «In queste condizioni è impossibile aprire. Oggi abbiamo perso 3 o 4 mila euro di incasso. Era un intervento che andava concordato con gli operatori. Invece siamo “chiusi dentro”, con le transenne su tre lati. Bastava avere un po’ di sensibilità. Non si può chiudere un’attività in questa maniera. Come faccio ad aprire finché lavorano qui davanti? Almeno, se riusciranno a finire in direzione est, potremo avere lo spazio libero anche per raggiungere il gazebo. Non era il caso di blindarci in questo modo il giorno dopo Pasquetta. L’intervento andava pianificato con noi operatori. Capisco che loro devono lavorare ma anche noi. Oggi era nostro diritto lavorare».

Serena Murri


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