La maggioranza dei presenti alla direzione regionale Pd a chiedere “unità ed un gesto di responsabilità al capogruppo per avviare una nuova fase“. Questo è quanto si legge nella relazione post-direzione direttamente sul sito del Pd delle Marche. Nel mirino, e questo è fatto ormai noto, la carica di capogruppo in Regione, di Maurizio Mangialardi. Che per molti dem, soprattutto nel Fermano, fa rima (o dovrebbe farlo) con uno switch con il consigliere regionale Fabrizio Cesetti.
Il capogruppo dem in Regione, infatti, non è un semplice consigliere ma anche il portavoce ufficiale del partito regionale. Rappresenta il partito nelle istituzioni e la linea politica del gruppo dirigente regionale di cui è responsabile la segretaria.
Per i suoi detrattori, infatti, Mangialardi avrebbe peccato di scarsa sintonia col Partito ponendosi come alter ego alla linea politica congressuale espressa dalla segretaria alla quale non avrebbe fatto mancare nemmeno qualche critica. C’è anche chi, voci interne al Pd del Fermano, gli imputerebbe scarsa partecipazione alla segreteria regionale, muovendosi in autonomia (e questo in politichese può anche significare contrapposizione). Un quadro che cozzerebbe con quell’unità agognata dal Partito stesso, e certificata da una nota ufficiale, anche in vista delle prossime elezioni. Non si può tralasciare il fatto che la maggioranza dei presenti ha chiesto, si diceva, unità ed un gesto di responsabilità al capogruppo per avviare una nuova fase, votando il documento con 23 voti favorevoli e zero contrari mentre la minoranza non ha partecipato al voto.
Ma l’attuale capogruppo non sembra intenzionato a fare passi indietro. Il dado, comunque, è tratto. E, con esso, a prendere quota è il nome di Fabrizio Cesetti come possibile successore di Mangialardi, un Cesetti che non disdegnerebbe nemmeno una candidatura dem alle prossime elezioni regionali per la carica di presidente della Regione e che è attivissimo, a suon di mozioni, interrogazioni e comunicati stampa. Insomma, al netto di quali saranno gli sviluppi in casa Pd, di certo il clima è a dir poco frizzante, in evoluzione. Non resta che attendere gli esiti: che si arrivi al ribaltone o a un assestamento lo si vedrà. E i ben informati suggeriscono che non manca molto per conoscere il verdetto.
g.f.
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