Dopo il grande successo dello scorso anno, il Liceo Classico “A. Caro” di Fermo è stato selezionato per partecipare al XXVIII Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani a Palazzolo Acreide, la più importante rassegna di teatro dedicata alle nuove generazioni organizzata dalla Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico). La manifestazione, nata nel 1991 grazie alla sensibilità del filologo Giusto Monaco, è un evento unico, di profondo valore educativo e culturale, che quest’anno si svolgerà dal 12 maggio al 4 giugno 2024 ospitando più di cento scuole tra Istituti Superiori, Università e Accademie che propongono originali riletture dei testi classici.
Domenica 2 giugno sarà il giorno del debutto per le studentesse e gli studenti del Liceo Classico “A. Caro” che porteranno in scena la tragedia “FENICIE” di Euripide. La regia e l’adattamento sono a cura di Simone Amabili, laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma e laureando magistrale in Media, Arti e Culture all’Università di Teramo in Ricerca e Progettazione per le arti performative. A costituire il cast sono ventidue studentesse e studenti delle classi quarte che hanno lavorato immediatamente in sinergia con il regista che, fin dal primo incontro nel mese di dicembre, ha impostato i laboratori come quelli svolti da una compagnia teatrale vera e propria, con attività di training, improvvisazione, lezioni di drammaturgia, riflessioni sulla dimensione rituale del théatron, proposte coreutiche, citazioni cinematografiche, permettendo alla creatività individuale e collettiva di emergere.
Amabili firma l’adattamento di una tragedia che parla di guerra e sete di potere; nella sua regia si scontrano in maniera evidente il Femminile e il Maschile: tutte le ragazze interpretano sia il Coro sia i due personaggi femminili della tragedia, Giocasta e Antigone, simbolo di un Femminile che cerca di unire, di evitare il conflitto, di ricongiungere senza risparmiarsi; i personaggi maschili sono invece ben definiti con i lati negativi enfatizzati per dimostrare quanto, in realtà, siano fragili e irrisolti, emblema di un mondo eroico al suo declino di cui due Messaggeri sono i dolenti cantastorie. Il Coro, composto da donne Fenicie dirette al tempio di Delfi, si caratterizza per la volontà di rimanere estraneo alla vicenda. Un Coro Silente che non giudica ma sembra aver pietà degli accadimenti di cui si trova ad essere testimone,simbolo di un Oriente che incontra quello che dovrebbe essere il mondo civilizzato proprio nel momento di una delle sue più grandi crisi.
La selezione al Festival, come sottolinea la referente del progetto Professoressa Olimpia Tonici, docente di Greco, è il coronamento di un percorso intenso, fortemente sostenuto dal Dirigente Scolastico, dott.ssa Stefania SCATASTA e da Stefania Morici, DSGA, nato dal desiderio di offrire agli studenti un’ occasione formativa di altissimo profilo culturale e artistico: riproporre la messa in scena di una tragedia greca vuol dire studiare e connettere ambiti tra loro apparentemente distanti come filologia e riflessione teorica sui linguaggi della drammaturgia, archeologia e antropologia, in un dialogo che rende l’immenso patrimonio della cultura classica non un sapere specialistico ma un dono prezioso, condiviso e fruibile da diversi strati sociali.
Il progetto, oltre ad offrire l’opportunità di mettersi in gioco e riscoprire emozioni e socialità, inserito nell’ambito delle attività che riguardano l’Alternanza scuola lavoro, vuole essere un contributo per individuare passioni, qualità e meriti artistici ignorati o trascurati, anche ai fini dell’orientamento per future scelte professionali. Il percorso sarà inoltre oggetto di studio da parte del regista nella scrittura della sua tesi magistrale, che propone la messinscena delle tragedie come spunto di rinnovamento della didattica della lingua e della civiltà greca. Lo spettacolo sarà inoltre replicato come data di apertura del Teatro Al Parco Festival-Rassegna Kosmos al Parco Archeologico Naturalistico Civita di Cupra Marittima, di cui Amabili è direttore artistico.
Fanno parte del cast: Alberto Andreozzi, Pietro Antolini, Alessia Bassani, Emanuele Bellabarba, Roberta Bonfigli, Benedetta Brandani, Alessandro Ciarrocchi, Alice Cruciani, Isotta Cudini, Nicola Cristian D’Errico, Francesco Diomedi, Nicola Fabiano, Sara Mariani, Mattia Marinangeli, Tommaso Paci, Chiara Pallotti, Angelica Palmoni, Alice Petrozzi Celeste Maria Ruta, Margherita Sargo, Mariam Soukrati, Valeria Vesprini. Alcuni di loro, oltre a recitare, si sono occupati dell’aspetto musicale e coreutico: Alice Petrozzi ha curato composizioni originali al pianoforte; Benedetta Brandani, Chiara Pallotti, Pietro Antolini hanno curato composizioni originali alla chitarra; Tommaso Paci ha creato basi originali che accompagnano alcune scene; Margherita Sargo ha ideato le coreografie.
Grazie all’entusiasmo e all’impegno di questi ragazzi, il Liceo Classico di Fermo ha il privilegio di essere tra i protagonisti di un evento di così elevato spessore culturale, nella magia del teatro sull’altura di Akrai, definito Teatro del cielo dal grecista e letterato Ettore Romagnoli.
Visto il messaggio della tragedia che verrà messa in scena sembra quanto mai calzante il messaggio del drammaturgo Jon Fosse, scritto in occasione della Giornata Mondiale del Teatro 2024: “L’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale… Tutta la buona arte contiene proprio questo: qualcosa di estraneo, qualcosa che non possiamo comprendere completamente e che, allo stesso tempo, in un certo senso, comprendiamo. Contiene un mistero, per così dire. Qualcosa che ci affascina e che ci spinge oltre i nostri limiti, creando così quella trascendenza che ogni arte deve contenere in sé e alla quale deve condurci…Unire il particolare all’universale esprimendolo artisticamente: non eliminando la sua specificità, ma sottolineando questa specificità, facendola risplendere attraverso ciò che è sconosciuto e poco familiare. Guerra e arte sono opposti, proprio come lo sono la guerra e la pace. È semplicemente così. L’arte è pace”.
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