Il reporter fermano Alessandro Miola in Israele. Da dieci giorni il nostro collega e reporter fermano Alessandro Miola si trova in Israele per testimoniare, telecamera in spalla, il clima “di guerra” che si vive tra Tel Aviv e Gerusalemme: «Qui anche i civili vanno in giro con il mitra – racconta Miola, contattato al telefono – e lo fanno per essere pronti a ogni evenienza. Ragazzi e anziani, giovani coppie, anche le ragazza hanno a tracolla i fucili. E’ qualcosa di surreale ma per loro, mi rendo conto, essere la normalità. Ci sono continui allarmi, continue segnalazioni di tentativi di attentato. E poi i rifugi antimissile: sono praticamente ovunque. Gli allarmi antimissile suonano spesso in tutto il paese, soprattutto al confine con il Libano dove ieri, ad esempio, sono arrivati 20 razzi, sembra di hezbollah. E quando si sente, in lontananza, il rumore di un qualche aereo, tutti con gli occhi verso il cielo e, contemporaneamente, si alza l’allerta per cercare un punto in cui rifugiarsi».
«Ieri – racconta il reporter fermano – è stato segnalato uno zaino abbandonato: immaginate l’allerta che ne è derivata: sono arrivati subito gli artificieri. Ma quella che per noi può essere una situazione surreale, per la gente di qui è la normalità, vivono questa continua allerta come se fosse qualcosa di routinario. Ovviamente di turisti de ne vedono davvero pochi. Nel week end appena trascorso ho incontrato degli italiani che sono venuti qui per la Pasqua ebraica. Per strada, oltre ai civili armati (e ci sono ovviamente anche i militari ad ogni angolo) c’è anche chi protesta, piange i morti e chiede che i propri cari, tenuti in ostaggio vengano liberati e fatti tornare a casa. Ora tra Tel Aviv e Gerusalemme la situazione è relativamente calma, a differenza delle zone di confine».
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