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130 anni fa la sua nomina: il cardinale Domenico Svampa raccontato a ‘La Perla’

MONTEGRANARO - Il sindaco Endrio Ubaldi: «Celebriamo la storia di uno dei personaggi più illustri del nostro paese». L'arcivescovo Zuppi: «Svampa è stato artefice di cambiamento»

 

di Laura Cutini

Le gesta del cardinale Domenico Svampa, illustre cittadino di Montegranaro, nel 130° anniversario della sua nomina , raccontate in un pomeriggio domenicale al teatro “La Perla” di Montegranaro. Qui, illustri ospiti, tra i quali il cardinale ed arcivescovo di Bologna mons. Matteo Maria Zuppi, presidente della conferenza episcopale italiana, hanno dato lustro al noto cittadino di origine veregrense. A presenziare, grazie all’organizzazione di Milko Vitali per Arte Cultura e Mestiere, il sindaco Endrio Ubaldi, l’arcivescovo di Fermo mons. Rocco Pennacchio, il parroco dell’unità pastorale di Montegranaro don Andrea Bezzini e Daniele Malvestiti, storico e presidente del centro studi montegranaresi. E molti sono stati i montegranaresi accorsi per partecipare all’evento durante il quale Malvestiti ha raccontato la biografia del noto cardinale Svampa e le sue gesta, negli anni celebrate persino oltreoceano dal New York Times, con decine di articoli dedicati.

Cosa ha reso celebre ed importante la sua breve vita? L’aver probabilmente favorito la conciliazione fra il mondo laico e quello cattolico: i rapporti fra stato e chiesa a quei tempi ancora molto freddi e lontani. Nato nel 1851 a Montegranaro, la sua carriera ha visto un’ascesa rapidissima, con numerosi colpi di scena, tra cui l’incontro che probabilmente ha segnato la sua vita da un punto di vista etico e morale e definito la sua vocazione: quello con Don Giovanni Bosco, presso il seminario di Fermo nel quale entrò già a 10 anni. Bruciò praticamente tutte le tappe da quando venne ordinato sacerdote a soli 23 anni, fino all’investitura a cardinale giovanissimo a 43 anni (sfiorò anche l ‘elezione a Papa, non fu eletto probabilmente per un problema di salute). La svolta si ebbe nel 1904 quando fu invitato a pranzo dal re Vittorio Emanuele III in visita a Bologna, dove Svampa era arcivescovo. Accettò contrariando il papa Pio X. Questo incontro, benvoluto però dal popolo, segnò l’inizio della futura riconciliazione dei rapporti fra stato e chiesa, di cui Svampa fu precursore assoluto.

«Celebriamo la storia di uno dei personaggi più illustri del nostro paese – afferma il sindaco Endrio Ubaldi – siamo lieti di aver potuto accogliere mons. Zuppi presidente della CEI e di fargli conoscere il paese che ha dato i natali al Cardinale Domenico Svampa». Un paese accorso numeroso ad ascoltare l’arvivescovo di Bologna, prodigo di saluti in mezzo alla gente, il quale con semplicità e gentilezza ha preso parola sul palco: «La vita del Cadinale Svampa è stata breve ma ha toccato molti punti importanti. E’ stato artefice di cambiamento. Questo, rapportato alla vita odierna, ci insegna che il futuro dipende da noi, dalle nostre scelte. Era un prete di strada a Bologna, aveva un approccio vicino al sociale, il suo messaggio era di poter avere un cristianesimo che parlasse all’uomo, alle persone». Alle parole di Mons. Zuppi hanno fatto seguito quelle dell’arcivescovo di Fermo, mons. Pennacchio: «Una figura storica e di estrema attualità per tante situazioni. La presenza oggi di mons. Zuppi il quale partecipa ad un evento in un paese di provincia, ci dimostra che dobbiamo aprirci al di là dei nostri confini marchigiani, poiché siamo parte di un contesto molto più ampio».


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