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Omicidio Singh, l’imputato conferma la versione della legittima difesa

SANT'ELPIDIO A MARE - Ieri si è conclusa l'istruttoria. L'11 luglio è prevista l'udienza finale e la sentenza di primo grado alla Corte d'Assise del tribunale di Macerata

Immagine di repertorio

 

di Alessandro Luzi

«Sono rammaricato che Satwant Singh sia morto. La sua vita è rovinata ma anche la mia perchè loro volevano uccidermi e io mi sono difeso». Con queste parole ha esordito l’imputato, Manjit Singh, durante l’udienza di ieri alla Corte d’Assise del tribunale di Macerata. Sostanzialmente ha confermato quanto ha raccontato davanti al gip, ovvero che è stato lui a sferrare la coltellata fatale la sera del 17 ottobre 2022 nei confronti di Satwant Singh. Ora c’è da verificare se si sia trattato o meno la legittima difesa. Secondo Manjit, la vittima è scesa al piano di sotto insieme ad altri due condomini per ucciderlo. I testimoni oculari hanno dato versioni contrastanti di quanto accaduto. Ieri intanto si è chiusa la fase istruttoria e l’11 luglio è stata fissata un’unica udienza per le discussioni e le repliche. Data in cui dovrebbe essere emessa anche la sentenza di primo grado.

Nell’udienza di ieri sono stati sentiti i testi della difesa, ovvero il medico legale Fabrizio Zechini, l’infermiera che ha soccorso l’imputato la sera del delitto, i titolari dell’azienda in cui Manjit lavorava e un testimone. Sono stati acquisiti anche dei documenti relativi all’accesso dell’uomo al Pronto Soccorso. L’infermiera ha raccontato che la ferita subita dall’imputato era grave ed era in condizioni di pericolo. Secondo la perizia del medico legale della difesa è improbabile che una lesione di tale gravità sia stata autoinferta con il fine di sviare le indagini. La perizia è stata rigettata dai magistrati Domenico Potetti e Andrea Belli. I titolari hanno affermato che Manjit non ha mai causato problemi sul posto di lavoro e non ha mai avuto diatribe con altri colleghi. Un altro testimone presente in aula ieri ha raccontato che la vittima aveva già avuto un’altra lite nel tempio Sikh a Porto Sant’Elpidio. L’imputato è assistito dall’avvocato Alessandro Ciarrocchi: «Sono soddisfatto dell’esito dell’istruttoria. E’ emerso che non si è trattato di un’aggressione premeditata come era stato inizialmente prospettato». Il legale che assiste i familiari della vittima è Danilo Mascitti.

 


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