Nicola Loira
Faccia a faccia con il capogruppo dem, Nicola Loira. Il punto dell’opposizione politica dopo due anni di Amministrazione Vesprini alla guida di una coalizione civica supportata dai partiti di centrodestra.
Loira che vota darebbe a questo esecutivo?
L’Amministrazione si giudica alla fine del mandato, tenendo conto delle promesse fatte e di come ha affrontato le situazioni contingenti. Il giudizio comunque al momento è insufficiente: schiacciata sulla figura del vice sindaco, al netto della enorme disponibilità di risorse del momento, sta portando avanti a fatica quanto ha trovato, finanziamenti e progetti, puntando tutto su una narrazione esasperata anche delle piccole cose e lasciando sul campo irrisolte le grandi questioni.
Lungomare, chiuso il cantiere. Le tamerici non ci sono più ed altre verranno tagliate dopo l’estate. L’opposizione, contraria, pare si sia mossa tardi e male su questa vicenda. Si poteva fare di più?
La dolorosa questione tamerici dimostra il corporativismo di questa Amministrazione: un sacrificio ambientale e storico ingiustificabile a vantaggio di un pugno di parcheggi. L’opposizione ha fatto quello che doveva fare: ha mostrato il proprio fermo dissenso in Consiglio e sui media, ha smascherato più volte la giunta facendo emergere le contraddizioni tra quanto si veniva dichiarando e quanto era scritto nel progetto esecutivo, scoprendo addirittura che all’inizio non c’era nemmeno una perizia che attestasse lo stato di salute delle piante. Sono state fatte interrogazioni, mozioni, accessi agli atti. E la battaglia non è finita.
Il progetto complessivamente le piace?
Tengo molto a questo investimento, la disponibilità economica dei quattro milioni nasce da un progetto preliminare approvato dalla mia Amministrazione proprio per acquisire eventuali finanziamenti e dall’intuizione dell’allora assessore Di Virgilio che seppe cogliere il momento. Il risultato però mi sembra minimale.
Cosa ne contesta?
Pur condividendo di iniziare dalla parte sud per le problematiche che si sarebbero potute riscontrare in centro, bisognava avere consapevolezza che quella era la parte più bella e la bellezza era data proprio dall’imponente filare di tamerici. Bisognava ripartire da lì, evitando le spese inutili per gli abbattimenti, per le velleitarie operazioni di ripiantumazione e concentrandosi di più sulla qualità che sembra manchi completamente. Molto, troppo asfalto.
In consiglio è tornato il piano attuativo per l’ex Branella. Cosa pensa dell’operazione?
La bonifica di quell’area, è di per sé, un fatto positivo. Sarebbe stato opportuno però che le destinazioni urbanistiche fossero inserite e previste nel contesto più ampio di una nuova pianificazione generale. Mi auguro che non ci siano più varianti importanti come questa né nuove soluzioni di viabilità fuori da una variante generale al Prg del 1996 sennò si rischia di procedere a strappi, inseguendo le richieste speculative dei singoli e facendo così un danno enorme al futuro della città.
Sblocco area ex Branella, avvio dei lavori per la riqualificazione del lungomare, fondi per il porto peschereccio, Bandiera blu. Tutto in questi due anni. Amministrazione fortunata o il frutto di un lavoro sotto traccia?
Un Amministrazione comunale non nasce dal nulla ma si inserisce nel solco di quella precedente e nel contesto storico in cui si trova ad operare. I processi amministrativi sono lunghi e spesso, come è capitato per la Bandiera Blu, vengono a compimento nel mandato successivo. I soldi che oggi arrivano a valanga ai Comuni sono il frutto di quel piano di ripresa e resilienza, a cui la destra ha votato contro a Bruxelles e a Roma, seguito agli anni drammatici della pandemia che ha caratterizzato il cuore del mio secondo mandato e che oggi tutti tendono a dimenticare. Ma va bene così, guardiamo con speranza al futuro e godiamo del momento.
(clicca per ingrandire la foto)
A proposito, per il lungomare solo 4 milioni di euro, e per il porto peschereccio solo 7 milioni di euro ma ne serve il doppio, c’è il concreto rischio che in mancanza di altri fondi le opere restino appese?
Due finanziamenti legati al momento straordinario che dicevo, adesso l’Amministrazione deve programmare ed individuare fonti di finanziamento diverse, non solo sovra comunali, anche attraverso un nuovo piano regolatore, progettualità diverse, nuove idee.
A luglio l’attesa pronuncia sul provvedimento di decadenza della concessione del porto turistico. Dalla maggioranza si sostiene che la responsabilità politica di questa vicenda sia della sua Amministrazione. Cosa risponde
La maggioranza sostiene la dottrina che le viene impartita. Bisognerebbe conoscere la storia, i fatti, le novelle legislative anche legate al Covid, le pronunce dei tribunali e quanto è stato fatto anche in conseguenza di ciò. L’Amministrazione precedente si è concentrata sul Piano regolatore portuale, vero passaggio epocale per Porto San Giorgio e tutto il territorio, la mancanza del quale ha determinato in questi quarant’anni la situazione attuale, con pregiudizio per la città tutta ed in primis per tutti gli operatori turistici della zona, albergatori e concessionari di spiaggia. Nel contempo si è dialogato con il concessionario per trovare il giusto componimento, nell’interesse pubblico, tra le rispettive istanze sfociate in diversi procedimenti giudiziali, anche per garantire l’attuazione del piano regolatore che si stava approvando.
Una volta ottenuta la polizza fideiussoria, ritengo sia ancora la strada migliore se esiste in tal senso la disponibilità dell’Agenzia del Demanio che è l’Ente creditore dei canoni. Altrimenti deciderà il Tar e potrebbero aprirsi comunque scenari molto difficili.
Venite accusati anche di aver realizzato una corsia, ora pista, ciclabile pericolosa. Difende la scelta di quell’opera?
Assolutamente si. Quando si amministra ci vuole coraggio e una visione complessiva della città, non bisogna inseguire i desideri dei singoli fino a diventarne schiavi. Capisco chi vorrebbe una corsia protetta e più sicura ma gli spazi erano e sono questi. Non fare niente e aspettare ancora qualche decennio non era accettabile. Quando si critica però è ingeneroso non ricordare a quando le biciclette sbucavano da tutte le parti tra le macchine o costrette a rifugiarsi sul marciapiede tra i pedoni. Era più sicuro prima? Oggi perlomeno si sa dove devono passare (piano) le macchine, dove le biciclette e dove i pedoni. D’altronde mi sembra che questa Amministrazione non l’abbia eliminata, sarebbe stato sufficiente un colpo di pennello.
Le modifiche alla viabilità, via Trento piuttosto che area mercato, e poi i 30 km/h per la zona centro: interventi spot? Non sarebbe forse opportuno attendere un piano complessivo?
Certamente, perché come dicevo, si rischia di rincorrere le esigenze di piccole parti della Città perdendo di vista la situazione complessiva. Per quanto riguarda via Le Marine la situazione si è creata consentendo la percorrenza veicolare del lungomare verso nord, cosa che non era prevista nella progettazione originaria.
Il ponte sull’Ete è in gran parte merito suo per la sponda sangiorgese. A molti non è sfuggita la sua assenza sul palco delle autorità accanto a Vesprini e Calcinaro. Una svista nel protocollo?
Assolutamente no ma allora, se vogliamo dirla tutta, nemmeno una menzione. Il giorno dell’inaugurazione ero tra il popolo e in tanti mi hanno fermato facendo questa osservazione ma va molto bene lo stesso; la cosa più importante è stata realizzare il ponte, un’opera che avrà e sta già avendo un impatto straordinario sulla mobilità dolce, sul turismo e sulla qualità della vita. Tra l’altro unica esperienza che riesco a ricordare, di collaborazione vera con la città di Fermo.
Sul piano politico la maggioranza è tutt’altro che serena. Non è bastato mettere alla porta Salvatelli per calmare le acque. Una parte di Fi chiede cambiamenti in giunta, i vertici locali della Lega si dimettono, dentro FdI convivono più anime. Da osservatore esterno non pensa che i partiti a breve cominceranno a buttare definitivamente la maschera del civismo per “commissariare” sindaco e giunta?
Sinceramente le vicende interne alla maggioranza non mi appassionano, certo è che la grande scommessa sarà capire fino a quando Vesprini riuscirà nell’inganno di nascondere i partiti del centro destra sotto la sua giacchetta; fino a quando imporrà ai partiti di muoversi sotto mentite spoglie. Mi sembra che l’avvicinarsi delle elezioni regionali accresca gli appetiti tra gli alleati. Staremo a vedere basta che a rimetterci non sia la città.
Si voterà tra tre anni a Porto San Giorgio e sono un periodo lunghissimo per la politica. Ma avete iniziato nel centrosinistra a gettare le basi per una alternativa programmatica e a pensare al candidato che potrà rappresentarvi?
Nel Partito Democratico c’è grande fermento e tanta voglia di spendersi per Porto San Giorgio. Si sono avvicinate al partito diverse persone, giovani e meno giovani, che non avevano fatto esperienze politiche e che stanno dando un grande contributo in termini di impegno e di idee. Avremo il tempo necessario per costruire in città un’alternativa seria e credibile, coniugando esperienza e rinnovamento.
Alcuni fatti di microcriminalità hanno scosso anche questa città. Da ex sindaco che ha affrontato situazioni analoghe, ritiene che si stia facendo il possibile?
Quello che si sta facendo non lo so perché su questo l’Amministrazione non comunica. Ma una strategia va messa in campo. Da una parte, favorire la ricostituzione di un’alleanza tra famiglie, istituzioni, scuola, associazionismo, cattolico e laico, sport, per dare opportunità alternative ai nostri ragazzi. Dall’altra, pretendere una maggiore attenzione da parte delle istituzioni preposte perché Porto San Giorgio ma anche Porto Sant’Elpidio, meritano una considerazione diversa rispetto ad altri paesi, vista anche la contiguità con alcune realtà problematiche del territorio.
C’è la possibilità che la Yuasa Grottazzolina venga a giocare al Palasavelli le partite casalinghe. Sarebbe una occasione importante per la città.
Che Grotta sia la benvenuta. Negli anni 80 si è costruito il palazzetto sulle ali dell’entusiasmo popolare poi la Sangiorgese è finita e l’impianto è rimasto. E’ giusto che, come in passato, ospiti anche le eccellenze del territorio. Speriamo di scrivere insieme alla Yuasa un’altra bella storia sportiva.
Un’altra questione molti discussa: il cambio di destinazione d’uso per gli alberghi chiusi da diversi anni approvato con atto dalla sua Amministrazione. Vuole spiegare in cosa consiste?
All’epoca si è messo un punto dando la possibilità a quelle strutture alberghiere chiuse da anni, che avevano perso i requisiti di legge per lo svolgimento dell’attività, che non avevano usufruito di finanziamenti legati alla legislazione turistica e che erano in regola con il pagamento dei tributi comunali di variare la destinazione. Senza alcun aumento di volumetria, pagando al Comune il cinquanta per cento del plusvalore accertato e certificato, che il Comune poteva impiegare solo per la riqualificazione del lungomare. Un modo per favorire l’ammodernamento del tessuto urbano intervenendo su vecchi immobili inutilizzati e per cercare risorse utili per il lungomare.
Oggi bisognerebbe fare un’ampia riflessione sulla funzionalità delle strutture alberghiere cittadine mettendo anche in campo una politica edilizia ad hoc per agevolare chi ancora vuole fare impresa turistica.
La riqualificazione dell’ex cinema Excelsior, sbloccata in extremis quando era ormai alla fine del suo mandato, sembra essere sparita dai radar.
Ci sono questioni che vanno affrontate di petto da parte dell’Amministrazione inchiodando i privati ai loro oneri, se si vuole guardare al futuro e non limitarsi solo al quotidiano. Una è l’ex Excelsior, l’altra è il piano attuativo dell’area portuale che, al di là della querelle con la concessionaria, può essere portato avanti almeno per le aree comunali (area luna park, ex mercato ittico, piazza Napoli) iniziando così un’opera di grande riqualificazione della zona sud, penalizzata oltre modo da un porto mai sviluppato.
Un’ultima domanda: come vede il futuro della Sgds multiservizi?
Altra questione ineludibile per un’Amministrazione che ha davanti un arco temporale lungo. La delocalizzazione dell’ecocentro, il conseguente sviluppo dell’area ex Cossiri oggi con una nuova proprietà dopo gli anni del fallimento, la realizzazione di un nuovo sito per la raccolta dei rifiuti, moderno e non impattante, il centro del riuso, una sede dignitosa e funzionale per i dipendenti comunali e della partecipata, sono questioni che dovrebbero essere al centro dell’azione amministrativa.
Sandro Renzi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati