«Il bla bla mediatico e i colonizzatori dell’altrui non pensiero»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

Gli strepiti e le urla, le gesta eclatanti dei “maestri del pensiero” della tivù e devices varî hanno un unico fine: quello di sedersi su un podio, acclamati da una platea, che mette “I like”. Possono dire di tutto e di tutti. Sono depositari del verbo. A loro non sfugge nulla. L’opinionista è una sorta di dio in terra, onniscente. Accetta il contraddittorio, ma non il dialogo. Non conosce Socrate e i suoi aurei insegnamenti. Un narcisismo patologico infetta questa è categoria di persone che si sta espandendo sempre di più, sedicenti opinion maker, che concionano il popolo,
non infrequentemente per secondi fini ( si pensi a tutto quello che ruota intorno alla propaganda politica). Si pongono da sé al centro dell”agorà, rigorosamente virtuale, non di rado tranciando giudizi etico/valutativi. A parte i soggetti, la cui caratura è fuori discussione, il mondo dei social ha moltiplicato in maniera esponenziale gli individui, che credono che un post li faccia ascendere all’olimpo della notorietà. Quindi tutti parlano, straparlano, sproloquiano e strologano, spesso e volentieri comprandosi follower, e così coltivando l’illusione di essere qualcuno. Molti cascano in questo tranello, inondati da un’alta marea, che fa acqua da tutte le parti: l’importante è che porti acqua al proprio mulino (specie se questo ne è carente). Di fronte a un mondo dissennato, che ha perso il senso della misura e l’importanza del confronto, il saggio tace: mentre chi bercia, di solito, in termini di QI ha poche frecce alla sua faretra.

* giudice


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