«Tanti ritardi e pochi soldi spesi» le bordate di Cgil Marche su su Pnrr, progetti e sanità

REGIONE - Loredana Longhin, segretaria regionale: «Rischio di tornare alla logica ospedalizzazione»

Pnrr, stato dei progetti e delle opere in sanità. Su questo verte il focus della Cgil Marche che afferma: «Tanti ritardi, pochi soldi spesi nelle Marche. E’ quanto emerge dai dati Regis, la piattaforma del Mef, elaborati dalla Cgil». «Si rischia che tutto venga vanificato e di tornare all’ospedale come unico luogo di cura – è il giudizio di Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil. Dati ReGIS (dicembre 2024) – Il documento fornisce un aggiornamento sullo stato di attuazione della Missione Salute (M6) del PNRR nelle Marche, a tre anni dall’avvio e a 15 mesi dalla scadenza. ​ La situazione è preoccupante, con molti progetti in ritardo o ancora in fase di progettazione. ​ Nelle Marche, sono stati finanziati 221 progetti per un totale di 429,9 milioni di euro, ma solo il 19,5% dei fondi è stato speso. Per le Case della Comunità, sono stati finanziati 29 progetti per 58,4 milioni di euro, ma solo il 5,2% dei fondi è stato speso e nessun progetto è stato completato (3,1 milioni di euro). ​ Per gli Ospedali di Comunità, sono stati finanziati 9 progetti per 28,3 milioni di euro, con solo il 7,0% (1,9 milioni di euro) dei fondi spesi e un solo progetto completato. La mancanza di personale è un problema significativo, con un fabbisogno stimato di 266-400 infermieri e altri operatori sociosanitari. ​ Senza il personale necessario, le strutture non potranno garantire i servizi previsti, compromettendo l’obiettivo di rafforzare l’assistenza sanitaria di prossimità». ​

Secondo il sindacato i principali ritardi nei progetti della Missione Salute (M6) del PNRR nelle Marche riguardano le case della Comunità: «Nessun progetto completato e collaudato; 18 progetti (62,1%) presentano almeno uno step in ritardo; Ritardi evidenti e diffusi nell’esecuzione dei lavori per 11 strutture (37,9%); Ritardi nella fine dei lavori per 2 strutture (6,9%); Allarmante la distanza proibitiva dal traguardo del collaudo per 10 progetti ancora fermi alla fase della progettazione esecutiva; Maggiori ritardi nel territorio di Ancona, con ritardi nell’avvio dei lavori per l’87,5% delle opere; 2. Ospedali di Comunità: Solo un progetto completato e collaudato; 6 progetti (66,7% del totale a fronte di una media nazionale del 61,8%) presentano almeno una fase in ritardo; La fase dell’esecuzione dei lavori risulta completata per un solo Ospedale di Comunità; Ritardi nell’avvio dei lavori di esecuzione per 2 strutture (22,2%); Ritardi nella fine dei lavori per un ospedale di comunità (11,1%); ◦ Maggiori ritardi nella provincia di Ascoli Piceno (50% dei progetti con ritardi nell’inizio lavori) e Ancona (33,3%);  Così come per le Case della Comunità preoccupano i ritardi nella fase della progettazione esecutiva in cui sono ferme 3 strutture da realizzare. Questi ritardi rendono difficile il completamento dei lavori entro la scadenza prevista di giugno 2026». ​

Secondo la Cgil le principali criticità di attuazione del Pnrr riguarda «i ritardi nei progetti: Molti progetti sono ancora fermi alla fase di progettazione o presentano ritardi significativi in almeno una delle fasi di attuazione. ​ Solo il 34,4% dei progetti monitorati risulta concluso, mentre il 47,4% presenta ritardi. ​ Case della Comunità: Nessuno dei progetti per le Case della Comunità è stato completato e collaudato. Il 62,1% dei progetti presenta almeno uno step in ritardo. ​ Solo il 5,2% dei fondi disponibili è stato speso. ​ Ospedali di Comunità: Solo uno dei progetti è stato completato e collaudato. ​ Il 66,7% dei progetti presenta almeno una fase in ritardo. Solo il 7,0% dei fondi disponibili è stato speso. ​ Esecuzione dei lavori: Ci sono ritardi evidenti e diffusi nell’esecuzione dei lavori. ​ Nelle Marche, il 55,2% dei progetti per le Case della Comunità e il 55,6% dei progetti per gli Ospedali di Comunità sono in corso, ma molti presentano ritardi nell’avvio o nella fine dei lavori.  Mancanza di personale: Non sono stati attuati piani concreti per l’assunzione del personale necessario per garantire il funzionamento delle strutture. ​ La mancanza di personale rischia di rendere vani gli investimenti del PNRR nelle strutture sanitarie territoriali». ​

Secondo Longhin, «il Pnrr nasce dall’esigenza di dare una risposta all’assistenza territoriale ma con le inadempienze e i ritardi di questa giunta c’è il rischio di uno stop. Bisogna però uscire dalla logica dell’ospedalizzazione ma per fare questo basterebbe fare presto e bene quello che è stato scritto». Secondo Daniela Barbaresi, segretaria nazionale Cgil, «questo governo non sta agendo nella direzione giusta , per noi bisogna tenere insieme la questione del personale con la battaglia affinchè le opere siano realizzare con tutto il personale necessario».


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