L’Avis di Montegiorgio celebra il suo 65esimo anniversario
MONTEGIORGIO - Una lunga storia di donazione e volontariato quella della sezione montegiorgese, diventata nel corso del tempo un vero e proprio riferimento di solidarietà e concetto del dono
Una giornata davvero speciale quella tenutasi ieri a Montegiorgio, dove l’Avis locale ha festeggiato il 65esimo anniversario di fondazione. Dal 1960 ad oggi la sezione montegiorgese si è distinta per la sua opera anche a livello sociale, diventando un punto di riferimento per la comunità locale.
«Ci sono serate che ti restano dentro. La nostra festa Avis Montegiorgio è stata una di quelle: 230 persone, 110 donatori, una sede piena di sorrisi, di strette di mano, di abbracci sinceri – ha dichiarato la presidentessa Samanda Pettinari – già dal pomeriggio la nostra casa si è riempita: i ragazzi della scuola media, i nostri medici di ieri e di oggi, i sindaci, gli assessori, le forze dell’ordine, le associazioni amiche. Tutti uniti, tutti presenti, come un’unica grande famiglia. Il corteo, la corona al Monumento del Donatore, le voci emozionate dei ragazzi, i saluti delle autorità, la preghiera per chi non c’è più. E poi la funzione religiosa, con i simboli del nostro essere Avis portati all’altare: la sacca, il cartellino, la maglietta. Ognuno di noi, si è sentito parte di qualcosa di più grande».
«La cena, il sorriso di Jessica Tidei che ha accompagnato la serata, la lotteria per il Salesi, i premi offerti dal cuore generoso delle nostre attività – ha aggiunto la presidentessa – abbiamo raccolto circa 900 euro: un gesto piccolo, forse, ma che profuma di vita e di speranza. Non sono mancati i riconoscimenti: a chi ha fatto la storia, a chi sta iniziando ora, a chi attraverso l’arte ci ha regalato “L’Abbraccio” — quell’opera che racconta esattamente ciò che siamo: un filo rosso che ci lega, che ci accompagna, che ci fa sentire meno soli. Grazie a tutti. Ieri sera non abbiamo solo festeggiato: abbiamo ricordato, celebrato, sognato. Abbiamo scelto ancora una volta di credere nel dono e nell’amore verso il prossimo. E questo, credetemi, è il regalo più grande che potevamo fare come comunità».