Porto e Consulta, i tanti dubbi del Pd. Loira: «Necessario affrontare il nodo gestione»

PORTO SAN GIORGIO - Dopo il via libera arrivato ieri con i voti della maggioranza e l'astensione del Pd in Consiglio, l'Amministrazione Vesprini può dare vita all'annunciata Consulta del porto. Organo pensato per fare da trade union tra Comune e chi l'approdo lo conosce da dentro, che si tratti di operatori della pesca, diportisti o associazioni. Organo meramente consultivo che non potrà interferire con la gestione economica dell'approdo affidata temporaneamente alla Sgds Multiservizi. i dubbi del consigliere Pd, Nicola Loira.

Nicola Loira

Dopo il via libera arrivato ieri con i voti della maggioranza e l’astensione del Pd in Consiglio, l’Amministrazione Vesprini può dare vita all’annunciata Consulta del porto. Organo pensato per fare da trade union tra Comune e chi l’approdo lo conosce da dentro, che si tratti di operatori della pesca, diportisti o associazioni. Organo meramente consultivo che non potrà interferire con la gestione economica dell’approdo affidata temporaneamente alla Sgds Multiservizi. «Strumento per supportare l’ente e far conoscere agli uffici problematiche o portare istanze. Ne faranno parte tre eletti tra i clienti della parte turistica, tre rappresentanti delle associazioni, uno per le cooperative di pesca, due in rappresentanza delle attività che operano nell’approdo e due consiglieri comunali» così l’assessore con delega al porto, Fabio Senzacqua, presentando la Consulta che sarà presieduta dal sindaco Vesprini. Ne faranno parte, senza diritto di voto, il presidente della Provincia, un rappresentante della Capitaneria, l’assessore con delega alla pesca, un rappresentante dell’ufficio demanio e uno del gestore.

«Sarebbe stato utile averla anche prima -ha aggiunto l’assessore in Consiglio- in aiuto alla passata Amministrazione. Avremmo evitato così di arrivare a questo punto con un piano portuale che è un obbrobrio. E questo perché non c’era un piano economico e non c’è stato un confronto con chi vive la realtà portuale e ne conosce i problemi». L’affondo non ha scomposto più di tanto il capogruppo dem, Nicola Loira, che pur apprezzando l’iniziativa ha sottolineato che «più che di partecipazione si dovrebbe parlare di consultazione dal momento che l’organo non prenderà parte alle decisioni strategiche che interessano la gestione della struttura». Per l’ex sindaco restano sul tavolo tutte le criticità più volte denunciate dal Pd. «L’auspicio è che la Consulta non diventi uno strumento per catturare la benevolenza degli operatori e dei diportisti in termini politici ed elettorali e crediamo che non sia questo l’intento. Tuttavia bisognerà stare attenti a non inseguire troppo le istanze di parte, soprattutto senza avere prima una direzione ben precisa di dove si vuole arrivare. Vale la pena comunque giocare questa scommessa anche se qualche perplessità frena un giudizio pienamente positivo. Mi riferisco al fatto che sia approdata in Consiglio comunale prima la Consulta che la delibera di indirizzo relativa alla gestione transitoria». Loira ha espresso tutti i suoi dubbi su questa vicenda. «Lascia perplessi che in questa fase così particolare non si sappia nulla di come l’Amministrazione intenda gestire o far gestire il porto. Sappiamo che c’è una delibera di indirizzo per affidare questa gestione alla Sgds ma con quali criteri e soprattutto quali risorse? E poi come si arriverà al bando, quanto tempo resterà il porto nelle mani della Sgds, dove verranno presi i soldi, insomma troppi dubbi. Il futuro è arrivato ed è già passato». Altra questione aperta che preoccupa il Pd è quella relativa all’incameramento dei beni amovibili. «C’è un elenco di beni -ricorda Loira- che sono funzionali alla gestione ma di proprietà dell’ex gestore. Cosa accadrà adesso? Li prendono in affitto o li riacquistano? Si parla di centinaia di migliaia di euro. Chi tirerà fuori tutti questi soldi?».

Sandro Renzi


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