Omicidio Valle d’Aosta: niente perizia psichiatrica per l’imputato, via libera all’accesso ai cellulari

AOSTA - Oggi il via al processo per Sohaib Teima, accusato di aver ucciso la fidanzata Auriane Nathalie Laisne. Prossima udienza il 21 maggio

Sohaib Teima all’ingresso nel tribunale di Aosta (foto gentilmente concessa dalla redazione del Tg regionale della Valle d’Aosta)

 

di Alessandro Luzi

Non ci sarà la perizia psichiatrica su Sohaib Teima. Così oggi ha deciso la Corte d’Assise di Aosta durante il via al processo per il 22enne fermano accusato di aver ucciso la fidanzata, la coetanea francese Auriane Nathalie Laisne. Secondo i giudici «non emergono evidenze tali da richiedere la verifica della capacità di intendere e di volere». Non è escluso che l’esame non venga chiesto di nuovo nel corso del processo. L’istanza era stata presentata dagli avvocati difensori Lucia Lupi e Luca Tommaso, insieme alla possibilità di accedere a due Iphone sequestrati all’imputato durante l’arresto che gli inquirenti non sono riusciti ad aprire durante le indagini, così come l’esame di uno Xiaomi trovato nell’abitazione di Teima a Grenoble. Accusa e parte civile hanno chiesto l’acquisizione delle intercettazioni telefoniche. La Corte ha dato il via libera sia all’accesso ai tre cellulari che alla trascrizione delle intercettazioni. 

Il 22enne è accusato di omicidio premeditato, aggravato dalla relazione affettiva con la vittima e occultamento di cadavere. Il giovane la notte tra il 26 e il 27 marzo, secondo gli inquirenti, avrebbe ucciso Auriane colpendola alla gola con un’arma da taglio (mai trovata). Il fendente le avrebbe provocato una ferita di 2 centimetri sotto la mandibola sinistra. Dall’autopsia svolta dall’anatomopatologo Roberto Testi, risulta che la morte sia avvenuta per una asfissia meccanica causata dall’emorragia della ferita al collo. Per non lasciare tracce, l’assassino avrebbe utilizzato i pantaloni della tuta indossata dalla giovane per tamponare il sangue e poi li avrebbe lasciati a 30 metri dalla chiesetta. Il corpo di Auriane era stato trovato alle 14,30 del 5 aprile da un passante. Era disteso a terra nella chiesetta diroccata di Equilivaz, nel paesino di La Salle. La ragazza era stata identificata grazie ad una chiavetta usb dove era scritto il suo nome.

Questa mattina la campanella giudiziaria che ha dato il via al processo ha suonato alle 9,30. In aula i legali dei familiari della vittima (padre, madre e fratello) Jacques Fosson e Giulia Scalise che si sono costituiti parte civile. Presenti anche tre testimoni: un ufficiale e due sottufficiali dei carabinieri del Comando di Aosta. I tre militari hanno ripercorso le indagini svolte, coordinate dal sostituto procuratore di Aosta, Manlio D’Ambrosi. 

La Corte ha rinviato l’udienza al 21 maggio per il giuramento del perito per svolgere la copia forense degli atti. Il 17 e il 18 giugno verranno ascoltati i consulenti della procura di Aosta, i testimoni dell’accusa e potrebbe essere sentito anche il 22enne.

 

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