Antenna di telefonia mobile, rigettato l’appello del Comune. Il caso approda in Consiglio dopo la sentenza definitiva

GROTTAZZOLINA - Il sindaco Antognozzi sul ricorso al Consiglio di Stato: «L’abbiamo fatto per supportare i cittadini, ma sapevamo che le possibilità di vittoria erano poche»

Alberto Antognozzi

di Silvia Ilari

Si è chiuso definitivamente, lo scorso febbraio, il lungo contenzioso tra il Comune di Grottazzolina e una società di telefonia mobile sulla contestata installazione di un’antenna di telefonia mobile, appunto, in località Strada Catalino. Con la sentenza n. 1700/2025, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello del Comune, confermando la legittimità dell’impianto e condannando l’ente al pagamento delle spese legali, pari a 4.000 euro più le spese accessorie. Proprio di questo si è parlato in Consiglio Comunale ieri, dove si è discusso di questo pagamento fuori bilancio, secondo quanto previsto dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. 

La vicenda affonda le radici nel 2021, quando la società aveva chiesto l’autorizzazione per l’installazione in un terreno in una zona periferica del paese. Il Comune, facendo riferimento al proprio Piano Intercomunale per del 2010 – che individuava due aree idonee all’interno del territorio, di cui una già occupata – aveva respinto la richiesta, sostenendo che l’area individuata dalla compagnia fosse esterna a quelle previste dal regolamento. 

Quest’ultima ha impugnato il diniego davanti al Tar Marche, che ha accolto in parte il ricorso. Il Comune ha poi fatto appello al Consiglio di Stato, ma in questa sede ha visto respinte le proprie ragioni totalmente, facendo prevalere la normativa nazionale, che prevede che i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici spettino solo allo Stato.

A commentare l’esito della vicenda è stato anche il sindaco Alberto Antognozzi, che ha ricostruito i passaggi del caso e ha motivato così le scelte dell’amministrazione: «Si tratta di una storia di questione iniziata durante il mio precedente mandato. La domanda fu inoltrata dall’azienda nel 2021, per installare un’antenna in Strada Catalino, una zona periferica. Attraverso l’ufficio tecnico avevamo rigettato la richiesta, perché ricadeva fuori dalle zone previste dal nostro piano antenne. Così ha fatto ricorso al Tar che aveva concesso loro di installarla. Nel frattempo, abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato, che non ha neanche optato per la sospensiva (sospendere quanto è via di discussione n.d.r.). Qualche mese fa, la vicenda si è chiusa dando ragione all’azienda, come è orientamento ormai della giurisprudenza amministrativa da diversi anni, abbastanza di manica larga con le compagnie telefoniche. Ce l’aspettavamo, l’abbiamo fatto per venire incontro alle istanze dei cittadini che abitano in zona, pur sapendo che avevamo pochissimo margine di vittoria. Per questo dobbiamo pagare una parte delle spese legali». 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti