Riceviamo dal professor Elvezio Serena e pubblichiamo:
Ho apprezzato molto l’appello-proposta che il caro amico Alessio Marucci di San Benedetto del Tronto, grande collezionista, ha esposto pubblicamente (attraverso Cronache Fermane, ndr LEGGI QUI) per salvare, recuperare e riutilizzare la ex Centrale UNES con annessa ex Casa del Custode di Ponte Maglio, comune di Montefalcone Appennino. La Sovrintendenza nel 2015 l’ha dichiarata bene di interesse storico artistico architettonico. La ex Centrale Unes di Ponte Maglio diventi un Museo dell’Elettricità.
Una Centrale UNES (Unione Esercizi Elettrici) nata prevalentemente per alimentare la Ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola, attivata a binario singolo e trazione a vapore nel 1908, elettrificata tra il 1927 e il 1928 (inaugurazione 10 giugno), soppressa nel 1956. Fu realizzata, probabilmente su progetto dell’arch. Piero Portaluppi (Milano 1888-1967), in posizione baricentrica rispetto alla linea della Valle del Tenna, che doveva essere prolungata da Amandola verso Tolentino e Ascoli Piceno, ma anche verso Visso e Terni.
La Centrale, capolavoro di architettura industriale razionalista, raro esempio nelle Marche, alimentava la vicina “Cabina di Trasformazione”, realizzata appositamente dalla Società per le Ferrovie Adriatico-Appennino (F.A.A.) fondata dal grande ingegnere milanese Ernesto Besenzanica.
Posta sul lato opposto della strada provinciale Val d’Aso, la Cabina provvedeva a erogare una tensione di 30 kV trifase e, tramite una linea di circa 13 km, l’energia raggiungeva Servigliano, dove venne edificata la sottostazione con raddrizzatori a vapori di mercurio. Tutta la linea, lunga circa 57 km, veniva così alimentata in corrente continua a 2600 V, compreso il Tronchetto di 2300 m per Fermo città.
Nel 2015 la Commissione regionale per il patrimonio culturale, presieduta dalla dott.ssa Giorgia Muratori, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Marche di Ancona, ha dichiarato il complesso Ex Centrale UNES con annessa ex Casa del Custode di interesse storico architettonico.
L’argano, gli isolatori in ceramica e i tralicci delle linee elettriche presenti nella ex Centrale testimoniano efficacemente la storia della tecnica, della scienza e dell’industria, in accordo al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004.
Condivido e appoggio pienamente l’appello-proposta di Alessio Marucci: recuperare la Centrale, di proprietà ENEL servizi, per realizzare un Museo sulla Storia dell’Elettricità di interesse regionale e nazionale, con reperti provenienti da tutte le Marche, e non solo. La ex Casa del Custode, edificio anch’esso di interesse architettonico, va recuperata e riutilizzata, ad esempio, come sito di informazioni e accoglienza in quanto posta vicino alla strada provinciale Val d’Aso dove transitano giornalmente numerosi turisti ed escursionisti tra l’Adriatico e i Sibillini.
Il collezionista Marucci, a supporto della proposta, fa riferimento anche a un raro libro in suo possesso stampato a Milano nel 1928 e firmato in originale dall’allora presidente della F.A.A. dott. prof. Angelo Fiorentini: “L’automatismo nell’elettrotrazione e l’elettrificazione della ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola”. L’opera, scritta da Francesco Mauro e Felice Fiorentini, illustra molto bene diversi aspetti tecnici-tecnologici della elettrificazione della linea Fermana.
La Val d’Aso è un’arteria importante nel panorama regionale e nazionale, sia dal punto di vista paesaggistico e agricolo, sia come collegamento tra le aree costiere e il Parco nazionale dei Monti Sibillini. In questa valle svetta Rocca Montevarmine, in comune di Carassai, proprietà del Comune di Fermo: ecco quindi che un Museo dell’Elettricità sarebbe da collante per quanti frequentano luoghi di grande valore storico-culturale ma anche simbolico.
Un’altra opportunità potrà essere legata anche all’EcoMuseo della Valle dell’Aso, a dimostrazione che la rete funziona sempre, e costituisce un laboratorio per le scolaresche.
Anch’io rivolgo un forte appello soprattutto ai Sindaci dei Comuni della Valdaso, ma anche ai presidenti delle province di Fermo e di Ascoli Piceno, alla Sovrintendenza delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, al governatore delle Marche affinchè la ex Centrale UNES e annessa ex Casa del Custode vengano salvate dall’abbandono, tornino a vivere attraverso un recupero che racconti le origini, gli sviluppi e la storia dell’avvento dell’elettricità nella nostra regione.
L’intervento potrà essere attuato con la collaborazione e la partecipazione di ENEL servizi, proprietaria dell’immobile (almeno da quanto risulta nei documenti del 2015).
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