Tomassini confermato alla guida di Cna Fermo: «Immaginiamo un territorio dove innovazione e tradizione si rafforzino a vicenda»

CNA - Il rieletto presidente, nel suo discorso all'assemblea elettiva di sabato 10 maggio, ha sottolineato il ruolo cruciale dell'innovazione e dell'Intelligenza Artificiale, ma non solo. Il rilancio dei piccoli borghi, la decontribuzione, l'accesso al credito e tanti altri temi nel discorso di Tomassini

Emiliano Tomassini resta alla guida della Cna di Fermo per il suo secondo mandato: la riconferma è arrivata dall’assemblea elettiva di sabato 10 maggio, per acclamazione e all’unanimità. Confermato alla direzione della territoriale fermana Andrea Caranfa, tra i più giovani direttori Cna d’Italia e il più giovane nelle Marche. Imprenditore di Monte San Pietrangeli, 47 anni, Tomassini è socio Cna da oltre 25 anni, ha ricoperto numerosi incarichi. A luglio 2021 l’elezione a Presidente Territoriale di Fermo per il primo mandato, entrando anche in Direzione Nazionale CNA.

All’assemblea di sabato scorso, che ha avuto come tema l’evoluzione dell’uso dell’AI, hanno partecipato il Sottosegretario al Mef l’Onorevole Lucia Albano, i consiglieri regionali Marcozzi, Marinangeli e Putzu, il Vice Presidente della Provincia Marcotulli, l’assessore fermano Cerretani, il Presidente della Camera di Commercio regionale Sabatini, i vertici di CNA Marche Silenzi e Bordoni, oltre a numerosi amministratori locali e più di 100 imprenditrici e imprenditori associati.

«Ringrazio ciascuno di voi per essere qui oggi.  In particolare i rappresentanti del Governo, delle istituzioni, degli enti del territorio, del sistema CNA che arrivano da tutte le province marchigiane, i professionisti appartenenti agli Ordini, le imprenditrici e gli imprenditori associati che hanno voluto essere presenti, e tutti i funzionari, dipendenti e collaboratori della CNA, che ogni giorno danno concretezza alla nostra missione: supportare, rappresentare e far crescere le imprese. Abbiamo scelto di dedicare questa assemblea elettiva ad un tema che è ormai parte integrante del nostro presente, oltre che una leva determinante del nostro futuro: l’Intelligenza Artificiale. Ci tengo ad introdurre questo tema con lo sguardo dell’artigiano, del piccolo imprenditore, del territorio.
Negli ultimi mesi abbiamo sentito spesso frasi come “presto il vostro lavoro non esisterà più”, oppure “l’intelligenza artificiale farà scomparire intere professioni”. È una visione semplicistica e in parte fuorviante. La verità è che ogni mestiere è profondamente trasformato. La vera domanda che ci dobbiamo porre oggi non è più “cosa può fare
l’Intelligenza Artificiale per me?” bensì “perché un cliente dovrebbe continuare a scegliere me: umano, artigiano, imprenditore, invece che un sistema automatizzato?”. La risposta sta proprio qui, in ciò che l’Intelligenza Artificiale non potrà mai replicare: la nostra imperfezione, perché no anche i nostri difetti, la nostra creatività, la capacità di ascoltare, di connettere, di essere umani. L’intelligenza artificiale può potenziare il nostro lavoro, ma non sostituirne il valore più autentico. Ecco allora come oggi si rivela imprescindibile investire in competenze, visione, consapevolezza».

«La piccola manifattura italiana, fatta per oltre il 97% da imprese con meno di 50 addetti e per l’80% da microimprese ha storicamente saputo innovare per “linee interne”, facendo leva sulle reti di relazioni, sul fiuto dell’imprenditore e sull’interesse concreto a durare nel tempo. Ma oggi questo non basta più – aggiunge Tomassini – siamo di fronte ad una rivoluzione tecnologica di portata paragonabile a quella dell’energia elettrica o di internet. E se le grandi imprese sono già in marcia, le piccole imprese rischiano di rimanere indietro, frenate da costi, complessità, mancanza di competenze, e soprattutto da una diffusa incertezza su come, quando e con chi affrontare questa transizione. Eppure, il potenziale c’è: oltre il 53% dei piccoli imprenditori dichiara di voler integrare l’Intelligenza Artificiale nei propri processi produttivi. Lo vuole fare con concretezza, mirando al cuore della produttività, all’efficientamento dei macchinari, alla gestione intelligente dei magazzini, all’adattamento flessibile delle linee. E per questo chiede supporto: non solo finanziamenti, ma orientamento, guida, figure in grado di accompagnare il cambiamento. Servono professionisti in grado di parlare la lingua delle imprese, comprenderne le necessità e proporre soluzioni sostenibili, modulabili, concrete».

«Accanto a tutto questo, non possiamo dimenticare le battaglie quotidiane delle nostre imprese. Senza infrastrutture adeguate, collegamenti veloci, non solo viari ma anche digitali, servizi sanitari che rispondano alle esigenze di una popolazione sempre più longeva; senza una legge quadro sull’artigianato che riconosca l’evoluzione dei mestieri, che li valorizzi e li protegga; senza azioni volte a riconoscere l’importanza strategica delle aree interne e l’identità produttiva dei nostri borghi, ogni discorso sul futuro rischia di restare pura teoria – commenta il neo rieletto presidente – Cna continua il suo lavoro per un rilancio vero delle aree interne e dei suoi splendidi borghi, non come semplici destinazioni turistiche da far sopravvivere, ma come luoghi vivi, abitati, produttivi. Perché è impossibile pensare di crescere e fare innovazione in territori abbandonati, dove mancano i servizi essenziali per la popolazione, dove gli spostamenti sono complicati, dove gli sportelli bancari sono sempre meno, dove manca l’assistenza alla popolazione e tutti quei luoghi in cui fare comunità, dove la connessione è difficile perché non arriva ancora la fibra. In pratica, dove non c’è futuro».

«Dobbiamo immaginare un territorio in cui ogni imprenditrice e imprenditore possa, attraverso la propria attività, creare valore senza snaturarsi. Per questo, nel nome di quella rappresentanza forte, autorevole, costante di cui è capace la nostra associazione, torniamo a chiedere con forza la decontribuzione del costo del lavoro per rendere le nostre imprese competitive e capaci di crescere, e strumenti e opportunità di accesso al credito realmente a misura di micro e piccole imprese, ossatura dell’Italia e della nostra regione.  Viviamo un’epoca di trasformazione profonda. I cambiamenti che stiamo affrontando non riguardano solo le tecnologie, ma il modo stesso in cui le nostre comunità producono valore, costruiscono relazioni, immaginano il futuro – conclude Tomassini – Cna è nata per dare voce al lavoro, alla creatività, alla determinazione degli artigiani e dei piccoli imprenditori, e oggi più che mai questo compito assume un valore cruciale. Essere associati alla Cna vuol dire far parte di una squadra che condivide valori, obiettivi e visione. Nessuno qui è solo un numero. Ognuno di voi conta, ognuno di voi fa la differenza. È grazie alla vostra presenza e partecipazione che possiamo alzare la voce, farci ascoltare.  Vorrei concludere con un invito a ciascuno di noi: non accontentiamoci di adattarci, ma alziamo lo sguardo. Immaginiamo un territorio dove innovazione e tradizione non si escludano, ma si rafforzino a vicenda; dove sia possibile scegliere di restare, investire, creare lavoro, perché ci sono strumenti, fiducia, comunità. Dove l’orgoglio del saper fare si unisca alla voglia di innovare. Questa è la nostra sfida. E noi siamo pronti ad affrontarla, insieme».

La Cna lancia una “Visione Futura”: imprese e intelligenza artificiale. Tomassini rieletto presidente, Caranfa confermato alla direzione


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti