«Nuova sede Tennacola, quanti interrogativi senza risposta» Le critiche del Pd

PORTO SANT'ELPIDIO - Le critiche del gruppo dem in consiglio comunale con i consiglieri Pasquali e Stacchietti

Annalinda Pasquali e Daniele Stacchietti

«Il Consiglio comunale del mese scorso ha acceso i riflettori sulla costruzione della nuova sede di  Tennacola, mettendo in luce una serie di criticità che non possono essere sottovalutate». E’ quanto si legge in una nota del gruppo consiliare Pd di Porto Sant’Elpidio, a firma Annalinda Pasquali e Daniele Stacchietti, che sostiene come non siano giunte le risposte «alle domande poste nell’aula consiliare in merito alla costruzione  della nuova sede. Questa decisione ha generato sconcerto riguardo la realizzazione  della nuova sede». 

«Il silenzio della società ha deluso chi si attendeva chiarezza e trasparenza, costringendo il Sindaco a riferire solo quanto emerso durante l’ultima assemblea  dei soci, di cui, si ricorda, il nostro Comune detiene la maggioranza con una quota del 14%, senza  rispondere, di fatto, in modo completo alle domande poste nell’interrogazione. Gli amministratori e i  consiglieri comunali si sono così visti privare del diritto fondamentale di essere informati sulla nuova sede e  sulle scelte strategiche dell’azienda». 

«Inoltre, la relazione del Sindaco con le informazioni ricevute durante l’ultima assemblea alla quale ha  partecipato, è stata lacunosa. Nonostante il suo ruolo lo obblighi a pretendere e fornire risposte dettagliate,  non sono stati chiariti né i tempi di ripresa e conclusione dei lavori, né i costi effettivi, né tantomeno – incalzano i due consiglieri dem – la  consistenza finale del fabbricato. L’unica affermazione fornita dal Sindaco, l’assenza di un incremento dei  costi, è smentita dai fatti». Al Pd infatti risulta che «il secondo  piano dell’edificio non sarà completato, pur rimanendo invariato il costo complessivo dell’opera. In  sostanza, a parità di spesa, si otterrà un’opera ridimensionata rispetto al progetto iniziale, con una  conseguente diminuzione della quantità di spazi disponibili e della qualità delle opere architettoniche. La scelta di sospendere i lavori e modificare il progetto, si dimostra dannosa per l’azienda sia per i  tempi di realizzazione dell’opera sia per i costi complessivi finali in aumento che alla fine l’Azienda sarà  costretta a sostenere. Un esito finale che lascia molti interrogativi aperti sulla gestione sulla capacità di programmazione dell’ente.  Alla luce di questi fatti, è evidente che le scelte operate hanno determinato un aumento dei costi  dell’opera. Inoltre, la cittadinanza e le istituzioni hanno il diritto di ricevere risposte chiare sull’effetto delle  varianti al progetto, sui costi finali, sui tempi di realizzazione e sulla consistenza finale dell’opera. Solo così  sarà possibile ristabilire la fiducia e garantire una gestione condivisa di un’infrastruttura  fondamentale per la comunità». 

 


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