Calcio fermano in crisi? Si sta per chiudere una delle stagioni peggiori per le società della provincia

DILETTANTI - Campionati ormai ultimati, il calcio nostrano sta emettendo gli ultimi verdetti e per le squadre della nostra provincia il trend è molto negativo. Una situazione che potrebbe essere lo specchio della nostra economia o di campanili che hanno bisogno di essere abbattuti? I verdetti di Prima e Seconda categoria

di Matteo Achilli

FERMO – Il calcio è da sempre lo specchio della società, una massima che spesso e volentieri viene confermata da ciò che accade nello sport più seguito in Italia.

A guardare i risultati della stagione dilettantistica che si sta ormai concludendo, viene quindi da porsi diversi interrogativi sul perchè il movimento calcistico provinciale stia vivendo un periodo così negativo dopo i fasti di poche stagioni fa dove la Fermana era protagonista in Serie C, mentre Montegiorgio e Porto Sant’Elpidio brillavano in Serie D.

Partendo dalle categorie più importanti, c’è stato il tonfo della Fermana, che al termine di un campionato assai tribolato, ha registrato la sua terza retrocessione consecutiva, finendo quindi nel giro di pochi anni dal professionismo all’Eccellenza marchigiana. In questi giorni si è parlato della possibile cessione societaria ad un gruppo imprenditoriale maltese. Elemento che fa riflettere sul perchè imprenditori locali non riescano o non vogliano magari unire le forze per garantire campionati importanti ad una piazza come Fermo, che ha poco da invidiare ad Empoli, Cittadella, Pineto e tante altre piccole città che da anni vivono nel professionismo. C’è anche da dire che oltre al denaro bisogna avere progettualità e lungimiranza, che in questi anni sono mancati, se si pensa alla mancanza di un centro sportivo di riferimento, di un settore giovanile strutturato e quant’altro.

Nel massimo campionato regionale si è salvata con largo anticipo il Montegranaro, mosca bianca in una stagione desolante, che saluta invece i cugini del Monturano Campiglione, retrocessi dopo essere stati sconfitti ai playout. In Promozione ha brillato la Palmense, seconda classificata, poi beffata ai playoff dall’Azzurra Colli. Annata sfortunata per il Porto Sant’Elpidio, che ha chiuso al sesto posto, appena fuori dai playoff, ma almeno ha tamponato la discesa a picco delle ultime stagioni. Cosa che non è riuscita invece al Montegiorgio, la formazione rossoblù in tre anni è passata dai fasti della Serie D alla Prima Categoria, campionato che non frequentava da oltre trent’anni. Montegiorgio battuto ai playout dall’Elpidiense Cascinare, che si è dunque salvata per il rotto della cuffia. Ancor peggio è andata alla Sangiorgese Monterubbianese, dove neanche l’unione d’intenti tra le due realtà è stata fruttuosa, visto l’ultimo posto in classifica raggiunto e conseguente retrocessione.

In Prima Categoria nessuna fermana è riuscita a raggiungere i playoff, mentre diverse compagine sono retrocesse, a partire dall’Invictus Grottazzolina Rapagnano: anche in questo caso l’unione non sembra aver dato gli effetti sperati, almeno a livello sportivo.  Stesso destino per Real Elpidiense e Casette d’Ete, due squadre di Sant’Elpidio a Mare che scendono al piano inferiore, alle quali sommare la salvezza sudatissima dell’Elpidiense Cascinare, e allora perchè non provare ad unire le forze e creare una realtà che possa ridare ambizioni importanti ad una piazza che ha vissuto il grande calcio? Una domanda che magari potrà essere girata al futuro sindaco e al prossimo assessore allo sport.

In Seconda Categoria ci si consola con la vittoria del campionato da parte dell’Usg Grottazzolina, che dunque non potrà disputare il derby con i cugini della Invictus. In un girone con sedici squadre, di cui solo quattro extraprovinciali, sarebbe stato il colmo non veder trionfare una fermana, nonostante al secondo posto si sia piazzato il Valtesino. In finale playoff ci sono però Salvano e Monte San Pietrangeli, che si sfideranno sabato prossimo. A retrocedere sono state invece Corva e Mandolesi, quest’ultima dopo il playout contro i maceratesi del Monte San Martino.


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