Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione, e le relative foto, da Umberto Marilungo:
«Il ponte sul fiume Aso nella tratta dei comuni di Petritoli e Carassai venne realizzato nei primi anni ‘50 del secolo scorso. Su questo ponte, dopo settanta anni, incombe la naturale obsolescenza degenerativa e progressiva soprattutto in assenza di lavori di manutenzione e mantenimento efficiente della struttura ai fini della sicurezza e l’incolumità di quanti lo attraversano e in caso di eventi straordinari di dissesto idrogeologico come alluvioni e piene del fiume Aso.
Abbiamo constatato in passato (2013/2018) la virulenza del fiume Aso in piena per eventi meteo accentuati soprattutto dall’attività di forzata induzione e tracimazione dell’invaso (oltre i 15 milioni di metricubi di acqua) di Gerosa che riversa nella vallata volumi di acqua eccedenti e non più naturali in maniera più che preoccupante con effetti anche imprevedibili di rischio potenziale per l’intero territorio.
Le immagini fotografate dimostrano quanto sia necessaria una continua attività proattiva di pianificazione delle attività di mantenimento a garanzia della sicurezza ambientale e per l’incolumità delle persone in tali circostanze.
Le uniche attività di manutenzione e pulizia in questo “resto di fiume” possono essere documentate in quanto si riferiscono al ripianamento parziale di alcuni tratti del letto fluviale, effettuato con pale meccaniche ruspe e trattori che (potrebbero aver) danneggiato (…) ogni forma di vita del sistema ittico naturale residuale del corso d’acqua.
Le foto allegate dimostrano che da più di un decennio nulla si è “potuto fare” purtroppo per riparare e consolidare la protezione ambientale del ponte sul fiume Aso a Petritoli. Questa segnalazione pertanto vuole anche scongiurare, e segnalo la situazione attuale sperando la constatazione, di quanto è avvenuto qualche anno addietro al ponte di Rubbianello.
Si necessitano pertanto azioni di ripristino della sicurezza nei vecchi ponti oltre alle “sforbiciate di nuove realizzazioni” sicuramente utili, anche se finalizzate all’accredito politico, sempre e comunque “a sistemare” danni economici a seguito di dissesto idrogeologico del territorio.
Purtroppo questo è “l’andazzo” di sempre, passato in giudicato, ossia quello di ripristinare situazioni degradate che, al contrario di proclami, hanno bisogno di azioni preventive che sufficientemente in maniera paritaria di trattamento territoriale, vengono effettuate.
Un obiettivo da perseguire a favore della collettività è quello di considerare il proprio fiume una risorsa ambientale, fruibile e disponibile per essere vissuta dalle popolazioni del territorio in cui insiste…con percorsi viabili e ciclabili di tempo libero, quindi non solo essere utilizzato per irrigare e produrre energia elettrica, oltre ad essere destinatario di grande opere di cementificazione lungo il suo percorso».
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