Il Primo Premio “Storie di Alternanza e competenze” (7^ Ed.) è stato assegnato ieri ad Ancona dalla Camera di Commercio delle Marche ed Unioncamere a Riccardo Bordoni, Michele Cannavò, Patrizia Veronica Plosko, Eros Tschauschev che frequentano il quinto anno dell’articolazione Chimica e Materiali dell’ITT “G. e M. Montani di Fermo.
Gli Studenti e la Studentessa hanno svolto, sotto la guida della tutor scolastica Prof.ssa Teresa Cecchi, le attività sperimentali del progetto “Urban Mining di Litio e Cobalto mediante la chimica verde”, durante la scorsa estate, presso i laboratori di Chimica del Montani, grazie alla collaborazione con l’Asite Srl. La Dirigente si congratula per le attività progettuali che puntano sempre nella direzione della sostenibilità ambientale e sono attente a captare il cambiamento in atto nelle logiche di reperimento delle risorse indispensabili per la transizione energetica in atto.
Il Litio e Cobalto, fondamentali per la transizione energetica e digitale, sono risorse non rinnovabili. Il percorso sperimentale ha stimolato l’utilizzo delle competenze chimiche per arrivare ad una tecnologie sostenibile per il loro recupero, mettendo al primo posto le persone ed il pianeta. La domanda del Cobalto infatti è triplicata dal 2010 e raggiungerà le 222000 tonnellate entro il 2025. Esso è prezioso per la produzione di batterie ricaricabili ma è anche estremamente tossico; non è un caso se il nome di questo elemento rimanda a Kobold, il demone della terra del Faust di Ghoethe.
Il Congo è il principale fornitore di cobalto (70%), estratto in modo ancora artigianale, abitualmente da bambini, spesso in condizioni drammatiche. Sebbene l’estrazione mineraria sia per loro vietata, in molti devono rinunciano alla loro infanzia per sopravvivere, pur rischiando la vita. Lavorano in condizioni estreme, sfruttati anche per più di dodici ore al giorno, senza protezione. Si ammalano prima e più dei loro coetanei. Rischiano ogni giorno incidenti o addirittura la morte, a causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali. Spesso sono picchiati e maltrattati dalle guardie della sicurezza se oltrepassano i confini della miniera.
La scienza della materia può e deve architettare soluzioni per risolvere il dramma umano dell’estrazione del Cobalto, mediante la progettazione della circolarità dei materiali. Tutti vedono nella batteria il dispositivo che permette di parlare al cellulare. I chimici devono vedere oltre: le batterie esauste sono una miniera urbana di Cobalto e Litio. La scorsa estate 10 di esse, gentilmente donate dalla ditta Axore di Porto Sant’Elpidio, sono state oggetto di studio per l’ottimizzazione dell’innovativo metodo estrattivo che prevede ancora una volta, al Montani, l’utilizzo di reagenti da innocui scarti alimentari come reattivi efficaci e sostenibili, in un approccio di economia circolare.
I risultati sono stati sorprendenti: tali reattivi non sono solo cruciali per recuperare l’oro dai rifiuti RAEE, come precedentemente dimostrato nei nostri laboratori, ma sono anche perfetti “minatori chimici” per quei metalli che ci permettono di abbandonare l’uso dei combustibili fossili responsabili del cambiamento climatico in atto. Le attività di ricerca condotte nella pausa estiva, danno seguito ad una lunga progettualità sul recupero dei metalli preziosi al Montani; hanno fatto meritare ai nostri studenti questo premio e stanno entrando nella didattica curricolare, rendendola orientativa anche verso lavori che oggi non esistono.
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