Un confronto su vari temi, promosso dall’Avis di Monte Urano e realizzato presso la Moschea di Campiglione di Fermo su tematiche importanti quali sono la donazione del sangue ma anche l’inclusione della comunità arabo musulmana residente. Diversi gli interventi nell’evento svoltosi sabato pomeriggio.
Il primo è quello di Omar, il responsabile della Moschea che ha ricordato come il tema della donazione sia stato già trattato nel sermone settimanale e che proprio la donazione del sangue, compiuta per il bene del prossimo, è un atto di altruismo e beneficenza che la religione islamica approva. L’incontro tra Avis e Moschea è stato possibile grazie all’impegno di Hassan Srhir, nuovo componente del Consiglio Direttivo Avis Monte Urano, che si è occupato dell’organizzazione e del dialogo con la comunità musulmana.
Per l’Avis è intervenuta la vicepresidente Simona Tomassetti che ha illustrato le finalità dell’associazione, la presenza della sezione di Monte Urano sul territorio e le modalità per diventare donatori sottolineando come la conoscenza della lingua italiana sia un requisito essenziale per poter superare lo step dell’idoneità. Il colloquio con i medici del centro trasfusionale richiede una comunicazione chiara e responsabile, fondamentale per tutelare sia il donatore che il ricevente. Un messaggio che è stato ribadito dalla dottoressa Tiziana Stampatori, già dirigente del Centro Trasfusionale di Fermo, la quale ha ribadito l’importanza di un corretto dialogo medico-paziente, spiegando come una sola sacca di sangue possa salvare fino a tre vite, illustrando la composizione e gli usi terapeutici del sangue donato. Testimonianza importante quella di Roberto Moretti, membro del direttivo Avis, che ha condiviso la propria esperienza con oltre 110 donazioni all’attivo, sua moglie Maria Grazia Gasparroni anch’essa donatrice come del resto anche i loro tre figli, tutti donatori, ed uno iscritto all’Admo e già donatore di midollo osseo.
Fondamentale in tal senso il coinvolgimento dei giovani vista la carenza di donatori nella fascia d’età 18-40 anni, con un’età media dei donatori attivi oggi compresa tra i 45 e i 55 anni. Un segnale d’allarme per il futuro, se non si riuscirà ad ampliare la base dei giovani donatori. Chiusura finale per la delegata dell’Avis provinciale Monica Mancini, che ha portato i saluti della presidente Elena Simoni annunciando l’avvio di un progetto volto a favorire l’integrazione linguistica della “vecchia generazione” di immigrati, per superare l’ostacolo della lingua. Sottolineati infine la sensibilità e il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Monte Urano rispetto a queste tematiche di inclusione e salute pubblica.
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