«Se vuoi, puoi» L’ultimo saluto a Gaetano Gazzoli nel segno dei suoi insegnamenti (Video)

FERMO - Stamattina il funerale. «Gaetano - il ricordo di don Valeriano, che ha officiato le esequie insieme a don Vinicio - era un uomo che credeva nei valori veri, prima di tutto il valore dell'essere, della vita, vissuta come una festa, come se sempre fosse il 16 agosto, la sua festa. L'altro valore che ha caratterizzato Gaetano è il fare. Ci lascia un detto: "se vuoi, puoi". Non bisogna aver paura, ci si riuscirà. Lui ce l'ha fatta»

Gaetano Gazzoli

Toccante, a tratti struggente. E c’è stato anche chi, come il sindaco Paolo Calcinaro, non è riuscito comprensibilmente a trattenere le lacrime. L’ultimo saluto a Gaetano Gazzoli, questa mattina alle 10,30 nella chiesa di Capodarco, è stato un concentrato di emozioni, di sentimenti, di dolore, di affetto nei confronti di un uomo che ha rappresentato davvero tanto per lo sport fermano e il cui nome di certo continuerà a riecheggiare sulle strade del nostro territorio, solcate dalle bici, in primis da quelle del Gran Premio di Capodarco, la “sua” gara.

«Gaetano – il ricordo di don Valeriano, che ha officiato le esequie insieme a don Vinicio – era un uomo che credeva nei valori veri, prima di tutto il valore dell’essere, della vita, vissuta come una festa, come se sempre fosse il 16 agosto, la sua festa. L’altro valore che ha caratterizzato Gaetano è il fare. Ci lascia un detto: “se vuoi, puoi”. Non bisogna aver paura, ci si riuscirà. Lui ce l’ha fatta. Ha sognato un canile e lo ha realizzato. Amava il ciclismo, è stato un atleta e ha creato una corsa che si è affermata nel corso degli anni arrivando ad essere una delle gare più attese ed importanti nel settore giovanile, in campo internazionale. Gaetano ci ha detto “lavora duro e fattelo da te”. Ci ha insegnato poi a guardare ai giovani, oggi tanto criticati. Lui ha vissuto con loro e per loro. I ragazzi vanno aiutati, lui ha dato loro una bicicletta per pedalare e stare lontani dalla strada sbagliata. Lui ringraziava tutti, oggi siamo noi a ringraziarlo”.

La storia, in effetti, parla a suo favore prima come ottimo ciclista dilettante poi, inventarsi insieme alla moglie Serenella, nei primi anni ‘70 con il servizio di radioinformazione. «Insomma un pioniere – ricordano dal Gran Premio – con le idee sempre chiare con la voglia di portare sempre più in alto il ciclismo e il Gran Premio Capodarco. Parlare con lui di ciclismo era bello, le sue storie ci hanno tenuti svegli nelle notti d’estate e non solo, ci mancherà il suo sorriso e quella voglia di mettere in risalto il territorio marchigiano grazie alle due ruote. Una persona solare che a chi non lo conosceva poteva sembrare burbero, un animo d’oro invece pronto a valorizzare qualsiasi cosa che potesse essere utile nel ciclismo e non solo. Un’immagine resterà sempre chiara e nitida nel cuore della gente quando con la sua moto, in occasione del Gran Premio, sulla lavagna dove venivano scritti i tempi e i vantaggi, lui aveva scritto grazie a tutto il popolo di Capodarco. Siamo noi che ringraziamo te Gaetano, sarai sempre con noi e il tuo ricordo vivrà nei nostri cuori e di tutti gli amanti del ciclismo».

Simone Corazza

 

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