Discarica di Castellano, De Angelis: «Nessuno ci porterà rifiuti pericolosi. Basta con le falsità sui social»

RIFIUTI - L'amministratore delegato: «Come società Eco Elpidiense abbiamo presentato una regolare richiesta di ampliamento dell’attuale struttura. Il progetto attualmente è al vaglio della Provincia di Fermo e riguarda l’ammodernamento dell’impianto di depurazione esistente e l’ampliamento dell’attuale discarica. Da sempre la nostra priorità è il rispetto dell’ambiente che deve andare di pari passo con il rispetto delle norme. Il tutto collaborando con le istituzioni e i cittadini, che invitiamo a non veicolare o a credere a false e diffamatorie notizie nei confronti delle quali siamo pronti a tutelare la nostra immagine nelle sedi opportune».

Francesco De Angelis

«Ampliamento della discarica, nessuno ci porterà rifiuti pericolosi. Basta con le falsità sui social». A parlare è l’amministratore delegato della Eco Elpidiense, Francesco De Angelis. E la discarica in oggetto è quella della frazione Castellano, di Porto Sant’Elpidio.

«Come società Eco Elpidiense abbiamo presentato una regolare richiesta di ampliamento dell’attuale struttura. Il progetto attualmente è al vaglio della Provincia di Fermo e riguarda l’ammodernamento dell’impianto di depurazione esistente e l’ampliamento dell’attuale discarica».

 

Ampliamento dunque. Ma nello specifico di cosa si tratta? «Un ampliamento finalizzato ad aumentare la volumetria per continuare ad abbancare la stessa tipologia di rifiuti che da 20 anni raggiungono Castellano. Non è previsto il conferimento di rifiuti pericolosi. Nelle ultime ore stanno circolando informazioni non corrette via social che fanno riferimento a documenti del 2024. Purtroppo, per un errore materiale di compilazione dei documenti amministrativi è stata erroneamente inserita nel titolo del progetto la parola “pericolosi” tralasciando la locuzione “non”: un errore formale che è stato sanato, come confermano tutti i documenti depositati e pubblicati nelle sedi istituzionali, dalla Provincia di Fermo alla Regione. Il progetto – spiega l’ad – è stato corretto nel titolo, il corpo del testo già era chiaro e definiva correttamente l’abbancamento di rifiuti non pericolosi».

Dunque di qual e tipologia di rifiuti si tratta? «Tra i principali rifiuti abbancati ci sono gli scarti della lavorazione delle aziende calzaturiere, di cui ci occupiamo da decenni evitando alle imprese del territorio ulteriori aggravi economici per lo smaltimento di materiale inutilizzabile. L’eventuale chiusura dell’impianto di Castellano avrebbe un pesante impatto sulle aziende che si troverebbero a inviare i propri rifiuti in impianti del nord Italia, con costi insostenibili ancora di più in questo periodo di complessa congiuntura economica. Tra i rifiuti abbancanti ci sono anche i terreni inertizzati provenienti dalle operazioni di bonifica della Fim, terra che non produce inquinamento perché lavorata direttamente in sito prima del suo conferimento in discarica in modo da renderla inerte».

Si passa alle specifiche dell’attività della discarica: «L’impianto di Castellano è stato aperto orientativamente nel 1970, quello di depurazione è in funzione da venti anni. Il progetto presentato prevede un ampliamento molto contenuto dell’attuale sito di discarica (50mila metri cubi di nuovo spazio, attualmente sono stimati in 1 milione di metri cubi i rifiuti già abbancati). L’efficienza dell’impianto è dimostrata dal fatto che non ci sono mai state in questi decenni segnalazioni relative a problematiche ambientali. Come società, siamo impegnati a garantire da un lato il servizio pubblico e la tutela ambientale applicando le nuove migliori tecniche disponibili (Bat), dall’altro la sostenibilità economica del progetto poiché ogni intervento di potenziamento porta con sé anche importanti ricadute economiche, incluso l’aumento di posti di lavoro. Da sempre la nostra priorità è il rispetto dell’ambiente che deve andare di pari passo con il rispetto delle norme. Il tutto collaborando con le istituzioni e i cittadini, che invitiamo a non veicolare o a credere a false e diffamatorie notizie nei confronti delle quali siamo pronti a tutelare la nostra immagine nelle sedi opportune».

 


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