Lavori in corso su due edifici dell’Arcidiocesi di Fermo. Si tratta della chiesa di Santa Maria del Carmine di Fermo, che conta su un importo di 1.100.490 euro, e sulla chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli di Smerillo, che invece ha un importo di 439.604 euro.
«Gran parte dell’edilizia religiosa dell’Appennino centrale è stata danneggiata dal sisma e la nostra azione si sta rivelando capillare e volta a restituire alle comunità anche il presidio più piccolo – spiega il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Continuiamo a lavorare a testa bassa forti della collaborazione tra tutte le componenti coinvolte. Mi preme ringraziare, su tutti l’Arcidiocesi, l’Ufficio Speciale Ricostruzione e la Regione guidata dal presidente Francesco Acquaroli».
«La Chiesa della Madonna del Carmine di Fermo chiusa fin dall’agosto 2016, dopo i primi eventi sismici riveste una particolare importanza per la Città di Fermo per diversi motivi: sotto il profilo religioso è una delle chiese della Parrocchia di San Domenico, la prima sulla quale si interviene che potrà essere restituita alla comunità; sotto il profilo culturale è un edificio di grande rilievo storico e artistico e conserva al suo interno pregevoli opere d’arte ed anche sotto l’aspetto didattico e musicale dal momento che, la chiesa contigua al Conservatorio di Musica “G.B. Pergolesi”, ospita un pregevolissimo organo a canne realizzato nel 2015 con fondi statali, pensato per l’insegnamento della musica d’organo e per le attività concertistiche del Conservatorio stesso. La Chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Smerillo è la chiesa principale, la parrocchiale, in un centro nel quale ancora oggi tutti gli edifici di culto sono inagibili. L’avvio dei lavori è stato accolto con grande fiducia, un tangibile segno di rinascita per una comunità molto provato. La chiesa nel pieno centro storico del paese è anche luogo di interesse storico artistico e tappa di un itinerario urbano di grande rilevanza» ha aggiunto l’ Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Fermo.
Nel primo caso, si tratta di un intervento che punta al ripristino della valenza estetica, simbolica, identitaria del bene e, nel contempo, al miglioramento del comportamento strutturale inteso come capacità di resistere a nuovi terremoti.
La chiesa di Santa Maria del Carmine, ubicata in centro storico, fu edificata poco dopo il 1341 con il titolo di Santa Maria Novella della Carità dal vescovo Giacomo da Cingoli e concessa all’omonima Confraternita per l’apertura di un ospedale per l’assistenza ai bisognosi e passò ai Carmelitani della Congregazione di Mantova nel 1491 prendendo l’attuale titolo di dedicazione alla Madonna del Carmine.
In merito ai Santi Pietro e Paolo di Smerillo, si sta lavorando, tra le altre cose, su abside, sacrestia, torre campanaria, copertura, finiture e facciata. La chiesa, che si affaccia sulla omonima piazza all’interno del borgo, risulta di origine medievale, anche per via della lapide che commemora l’edificazione del campanile da parte di Giovanni Falcuzio, che coprì le spese di costruzione nel 1474.In tutte queste situazioni il terremoto ha causato deformazioni permanenti, variazione dei deflussi idrici, dissesti della pavimentazione e lesioni sui muri di contenimento presenti in alcune sezioni delle scarpate.
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