L’assessore Stefano Aguzzi e il consigliere Romano Carancini
Botta e risposta in Consiglio regionale tra l’esponente dem Romano Carancini e l’assessore Stefano Aguzzi. Volano stracci, scappa la battuta omofoba e si accende il dibattito politico che cavalca l’onda dell’appuntamento alle urne per eleggere il governo regionale. Un climax partito dall’intervento accalorato dell’ex sindaco di Macerata sulla Fondazione Ircer di Recanati. Aguzzi entra in aula e dice: «Chi ha fatto arrabbiare Carancini?». Il consigliere dem non ci sta e replica: «Le battute Aguzzi se le può mettere in un posto dove lui ritiene» e il dibattito si fa così acceso da costringere il presidente del Consiglio, Dino Latini, a sospendere la seduta.
Ma i toni non si placano, anzi. A microfoni spenti, in un infuocato botta e risposta, scappa la frase che accende la bufera attorno all’assessore Aguzzi: «Se voi – dice riferendosi ai dem e a Carancini – state dalla parte di chi fa quelle robe lì e lo prende in quel posto, non è che lo domandano a me».
Riprendono i lavori, Aguzzi si scusa sottolineando di aver risposto a un’offesa, ma ormai la polemica è servita e arriva la valanga di reazioni. Il primo è il candidato governatore del Pd, Matteo Ricci: «Che vergogna quelle parole – dice -. Una frase discriminatoria e volgare, indegna di chi riveste un ruolo istituzionale. E che conferma, ancora una volta, purtroppo, che oggi chi guida le Marche è una giunta omofoba, da sempre contraria al Pride (in programma il 21 nelle Marche, ndr), che insulta in modo inaccettabile gli avversari, offendendo allo stesso tempo migliaia di cittadini e alimentando odio e discriminazione. Le nostre Marche sono una regione aperta e inclusiva. E come ogni anno, anche quest’anno saremo al Pride, a celebrare l’amore e sostenere con forza i diritti della comunità Lgbtqia+ e di tutti i cittadini marchigiani».
Arcigay Comunitas Ancona, il Comitato Marche Pride e Arcigay Agorà Pesaro-Urbino esprimono poi «profonda indignazione e sdegno per la battuta omofoba pronunciata dall’assessore Aguzzi. Tali affermazioni non sono solo gravi e offensive, ma rappresentano una ferita aperta per tutte le persone Lgbtqia+ che ogni giorno lottano per essere rispettate, visibili e uguali nei diritti, sopratutto alla luce dei numerosi fenomeni violenti che la nostra comunità sta vivendo dall’inizio del 2025.
Queste parole – ancora -, pronunciate da una figura istituzionale, non possono essere minimizzate o derubricate a semplice ironia. Al contrario, esse evidenziano un atteggiamento di disprezzo che è in netto contrasto con i principi fondamentali di rispetto e uguaglianza sanciti dalla Costituzione Italiana. Un linguaggio di questo tipo, da chi rappresenta le Istituzioni, legittima e alimenta atteggiamenti discriminatori, minando il percorso verso una società più accogliente e meno violenta».
«Dopo il polverone scatenato dall’europarlamentare non ancora dimessosi Matteo Ricci e dal suo sodale del Pd Carancini sull’assessore Aguzzi possiamo senza alcun timore di smentita dire che hanno perso l’ennesima occasione per tacere». È quanto, invece, dichiara in una nota la capogruppo di Forza Italia in Regione Marche Jessica Marcozzi.
«Entrando nel dettaglio, vedo come la polemica sia stata del tutto strumentale e come Ricci e company abbiano per l’ennesima volta propinato fake news solo con l’obiettivo di denigrare politicamente un avversario. L’assessore Aguzzi – prosegue – è stato il primo sindaco d’Italia (Fano 2012), a trascrivere personalmente un matrimonio omosessuale, seguendo un pronunciamento della Corte Costituzionale e prima che ogni legge dello Stato intervenisse per sancire un diritto negato fino a quel momento. Le cronache di quel periodo non raccontano di interventi simili da parte di amministratori del Pd. Che strano!».
«Di fronte alla storia politica dell’assessore Aguzzi, accusarlo di omofobia non è solo falso, ma – incalza Marcozzi – un atto denigratorio di cui dovrebbero vergognarsi. In tema di diritti – aggiunge – non ho sentito da parte di Ricci né del consigliere Carancini né da parte del Pd Marche una parola su quanto avvenuto nel Comune di Pesaro, dove una mozione del consigliere di Forza Italia Bartolomei sul bullismo e sulle discriminazioni, è stata affossata da quello stesso Partito democratico che oggi accusa Aguzzi di omofobia. Dovrebbero solo scusarsi per questo loro moralismo istituzionale che si muove su logiche partitiche e di interesse politico e non in favore dei cittadini. Non si scuseranno con Aguzzi né con Bartolomei né con i tanti colleghi oltraggiati dal loro modo di fare. Sono fatti così, senza uno straccio di programma sanno solo cavalcare la polemica o creare ad arte elementi divisivi che poi nella realtà dei fatti si manifestano per quello che sono: solo fake news» conclude la Marcozzi.
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