L’avvocato Michele Ferrini
Operazione “Tempi supplementari” contro il caporalato, tre indagati patteggiano dal gip. Si tratta di un’indagine lunga e complessa: a novembre 2024 (clicca qui) era stato disposto il sequestro preventivo di 1,7 milioni di euro sui conti correnti della società coinvolta nell’inchiesta svolta dalla Guardia di finanza di Fermo. Le indagini erano state coordinate dal pm Eugenia Sinigallia. Sei persone erano finite sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti con l’accusa di “caporalato” perché, secondo l’accusa, alcuni lavoratori avrebbero operato per diverse ore senza che fosse stata versata la relativa retribuzione e i contributi dovuti. Ieri, davanti al gip del tribunale di Fermo, Teresina Pepe, due indagati hanno patteggiato a un anno, un altro a otto mesi. Per tutti la pena è stata sospesa.
Tutti i tre sono stati difesi dagli avvocati Michele Ferrini e Lucia Carducci. Entrambi i legali si dicono ampiamenti soddisfatti dall’esito del procedimento: «Per noi e per i nostri assistiti era fondamentale ristabilire il reale svolgimento dei fatti: la portata delle accuse iniziali era eccessiva e questo è emerso con chiarezza all’esito di un lungo e difficile lavoro, di cui la sentenza di ieri costituisce solo l’approdo finale».
L’avvocato Lucia Carducci
Inizialmente erano state coinvolte nell’inchiesta sei persone «ma la sentenza di ieri riguarda le posizioni di solo tre indagati, con conseguente esclusione di ogni responsabilità per gli altri, del tutto estranei alla vicenda – proseguono gli avvocati -. Inoltre, nonostante fosse stata inizialmente ipotizzata l’esistenza di un’associazione a delinquere, questa ipotesi è stata assolutamente e decisamente esclusa dalle risultanze processuali. Dobbiamo precisare poi che la somma sottoposta a sequestro, pari a quasi 1,7 milioni di euro, è stata fortemente ridotta, sostanzialmente a un quarto della cifra in questione, grazie ad un’analisi meticolosa degli elementi a favore degli indagati e alle investigazioni difensive condotte, che hanno portato ad appurare un quadro complesso e decisamente più favorevole alle tesi degli indagati. Anche questo è un fondamentale sintomo di come i fatti accertati siano radicalmente diversi dall’ipotesi accusatoria iniziale. Questo era l’obiettivo che gli indagati si erano prefissati e possiamo dirci decisamente soddisfatti per averlo raggiunto».
a. l.
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