A Monte Vidon Corrado si parla al femminile con il Dizionario biografico delle donne marchigiane

EVENTO - Un pomeriggio dedicato alle donne che hanno lasciato un segno nella nostra regione, quello trascorso al teatro comunale di Monte Vidon Corrado, dove è stato presentato il Dizionario biografico delle donne marchigiane

Un pomeriggio dedicato alle donne che hanno lasciato un segno nella nostra regione, quello trascorso al teatro comunale di Monte Vidon Corrado, dove è stato presentato il Dizionario biografico delle donne marchigiane.

L’opera vuole, infatti, restituire un profilo delle Marche attraverso le storie di donne, dal 1815 ai giorni d’oggi, ricostruendo 400 profili femminili attraverso una impegnativa ricerca storica, effettuata da circa 50 studiosi.

Dopo l’introduzione di Stefano Bracalente, vicepresidente del Centro Studi Osvaldo Licini, la parola è passata a Lidia Pupilli, curatrice del Dizionario biografico delle donne marchigiane.

«Il Dizionario è nato con l’intento di rappresentare le Marche al femminile con la volontà di dotare la nostra regione di un dizionario biografico totalmente al femminile, appunto, provando ad essere da sprone per le altre regioni – racconta Lidia Pupilli – dal 2018 in poi il dizionario è cresciuto molto. Attraverso il colloquio con il territorio ci sono arrivate molte storie che abbiamo poi inserito. Parliamo di donne che con la loro opera ed il loro impegno hanno lasciato un segno anche fuori dal proprio Comune. Tra le ultime introdotte ci sono Virna Lisi, Joyce Lussu, Valeria Moriconi e una larga fascia di donne che meritano di essere conosciute e invece lo sono poco sia in regione che fuori dai nostri confini marchigiani».

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«Siamo partiti dal 1815 perché per la prima volta appare la dicitura Marche, per una terra che prima era divisa in più terre. Da lì inizia un processo di regionalizzazione tortuoso e faticoso, che probabilmente non è ancora terminato. Una regione composta da tre microcosmi: montagna, collina e mare. Ricostruire dal punto di vista storico una regione complessa non è facile, farlo al femminile lo è stato ancora meno – ha aggiunto Marco Severini, altro curatore del dizionario – in questo dizionario hanno trovato spazio donne che forse neanche avrebbero immaginato di esservi inserite “un domani” ma che in qualche modo hanno lasciato un segno importante, anche partendo dal basso».

 

 

L’appuntamento rientra nel ciclo “Incontro d’Arte” del Centro Studi e Casa Museo Osvaldo Licini. Il “Dizionario delle donne marchigiane” (Il lavoro editoriale, 2025), è giunto alla sua sesta edizione. Ideato ed è promosso dall’Associazione di Storia Contemporanea di Senigallia, un lavoro pressoché unico nel suo genere, presentato già in Parlamento, al Salone del Libro di Torino e all’estero.

Le Marche presentano, infatti, lungo l’intera età contemporanea una ricchezza e un’originalità di figure quali pochissime altre regioni italiane possono contare; quella marchigiana è stata la terra di una delle due prime votanti della storia nazionale (1860), delle prime elettrici italiane ed europee (1906), della prima avvocata italiana (1919), di una delle prime mediche condotte (1935) e prime sindache (1946). Ma tale originalità si estende a qualsiasi ceto sociale e alle abitanti dei tre microcosmi di cui è composta la nostra regione: le donne di mare, quelle di campagna e quelle di montagna. In ciascuna di queste realtà, le marchigiane hanno lasciato il segno (dal 1815, anno in cui per la prima volta il termine “Marche” comparve in un trattato internazionale, il Congresso di Vienna, fino ad oggi) in un’attività, un impiego, un’iniziativa capaci di rileggere e modificare il contesto civile, politico, socio-economico e culturale. L’Associazione di Storia Contemporanea aveva pubblicato la prima edizione nel 2018 con 300 profili di marchigiane della contemporaneità; poi si è messa in ascolto dei territori e delle comunità, aggiornando e affinando le ricerche, ed ora sono quasi 400 i profili biografati, frutto di un intenso lavoro scientifico, di uno stile lineare e accattivante e di un capillare lavoro di squadra (una cinquantina tra autrici e autori). Il “Dizionario” copre 210 anni di storia e presenta un universo femminile composito e trasversale perché, senza mai venire meno ai criteri scientifici, non ha repertoriato solo donne celebri, ma anche contadine, vergare e sigaraie, bariste e ristoratrici, cantanti e artigiane (tra cui le lavoranti dei cappelli di paglia), impiegate, maestre e insegnanti, avvocate, mediche e altre professionalità, politiche e sindacaliste, imprenditrici e salvatrici, sportive e fotografe, pacifiste e crocerossine, scrittrici, letterate e intellettuali, volontarie, donne della scienza e tante altre. Tra queste, anche Nanny Hellström, pittrice colta, poliglotta e cosmopolita, moglie di Osvaldo Licini, svedese di origine, che ha condiviso con il marito la maggior parte della sua vita a Monte Vidon Corrado.

Matteo Achilli

 

 


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