Ciip, Iti Urbani e asfalti. J’accuse di Pieroni: «Calcinaro moderno Narciso». La replica del sindaco di Fermo: «Male informato. Ha bisogno della “cagnara”»

ALL'ATTACCO al sindaco di Fermo da parte del presidente Unioni Comuni della Valdaso che verte su nomine Ciip, Iti Urbano e asfaltature, risponde il diretto interessato punto per punto

Mauro Pieroni

di redazione CF

«Dal mito di Narciso al sindaco Calcinaro: quando l’egocentrismo prevale sul bene del territorio. Come Narciso, che si perdeva nell’ammirazione del proprio riflesso ignorando tutto ciò che lo circondava, così il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, pare incapace di guardare oltre la propria immagine e i  confini della sua città, dimenticando sistematicamente il resto del territorio provinciale». Dura reprimenda del presidente dell’Unione Comuni Valdaso, Mauro Pieroni nei confronti del primo cittadino di Fermo.  

«Partendo dalle piccole cose, come gli sfalci e le asfaltature delle strade provinciali, nel suo ruolo di  consigliere provinciale, ha utilizzato ogni leva istituzionale per concentrare risorse e interventi su Fermo. Chilometri di nuove asfaltature nel comune capoluogo, mentre la Valdaso continua a dover fare  i conti con infrastrutture inadeguate e trascurate, nonostante le principali vie di collegamento siano di  competenza provinciale. In qualità di presidente dell’Unione dei Comuni della Valdaso – incalza Pieroni – vorrei ricordare che la Provincia non è una proprietà privata, né un serbatoio da cui attingere solo per i propri interessi. È un ente al servizio di 40 Comuni, ognuno con pari dignità. Purtroppo, questa visione sembra non appartenere a chi, nel tempo,  ha amministrato con logiche autoreferenziali, proprio come un moderno Narciso, più attento alla propria immagine che all’equilibrio del territorio. Desidero, invece, ringraziare il sindaco Valerio Vesprini di Porto San Giorgio, che ha avuto il coraggio  di rompere una consuetudine consolidata: quella di riservare i posti nel CdA della Ciip esclusivamente  a figure di Fermo o di comuni “pesanti”. Grazie a lui, oggi anche la Valdaso ha un proprio rappresentante  nella società partecipata più importante del sud delle Marche. Un atto di rispetto e attenzione che i nostri  territori attendevano da anni.  Altro esempio significativo della gestione Calcinaro: i fondi Iti Urbani. Risorse nate per interventi di  carattere sovracomunale ma, nei fatti, concentrate quasi esclusivamente su interventi nel capoluogo,  come il restauro dell’ex Mercato Coperto di Fermo e del Girfalco. Un altro esempio di come l’interesse  personale abbia avuto la meglio sul bene collettivo. Ora che il sindaco è completamente proiettato verso la corsa alle elezioni regionali, nelle vesti di “stampella” di Fratelli d’Italia, è bene ricordargli che amministratori e cittadini di altri Comuni del territorio  provinciale, lasciati ai margini, non dimenticano. E sapranno trarre le loro conclusioni. Ci auguriamo solo che l’eccessiva concentrazione su sé stesso non lo porti, come accadde a Narciso, a  smarrirsi nel riflesso della propria ambizione».

Il sindaco Paolo Calcinaro

Ma la replica del sindaco Paolo Calcinaro non si fa attendere: «So benissimo che l’amico Pieroni per sentirsi sindaco deve per forza fare “cagnara” con qualcuno e stavolta ne ho il privilegio io. Fa finta di non essere stato alle riunioni dei sindaci del territorio quando come prima premessa, proprio a favore del territorio stesso, ho sempre affermato che Fermo rinunciava ad un rappresentante cittadino in Ciip proprio per favorire i più piccoli comuni di Valdaso e Valdete. E sui fondi europei dell’Iti urbano è stato di certo mal informato perché sono fondi che vanno alle città capoluogo e solo in una minima riserva possono riguardare progetti condivisi con la cintura. Ringrazio invece per la puntualizzazione sugli asfalti perché tanti cittadini in contemporanea si lamentano del fatto che lavori di asfaltatura delle strade provinciali non se ne vedono: alle prossime lamentele fornirò direttamente il numero di Pieroni così potrà rassicurarli o, se bravo, dimostrare l’indimostrabile».


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