di Alessandro Luzi
«Una 15ina di ragazzi ha provato ad aggredirci per due volte, allora siamo scappati. Dalla paura non mi sono accorto di aver investito una persona, ero sotto choc» questo in sintesi è quanto ha detto oggi Silvano Asuni ai giudici della Corte d’Assise del tribunale di Macerata. Il 56enne, residente a Monterubbiano, è accusato di aver travolto e ucciso il suo amico Giampiero Larivera, 54 anni, di Pedaso, nella notte tra il 17 e il 18 maggio. In sostanza Asuni ha confermato quanto ha riferito davanti al gip del tribunale di Fermo durante la convalida dell’arresto.
Una deposizione quella di oggi che si è aperta con le condoglianze fatte alla famiglia Larivera durante le dichiarazioni spontanee.
L’avvocato Matteo Restuccia
«Per due volte un gruppo di ragazzi formato da una 15ina di persone ha provato ad assalire me ed i miei amici – prosegue la deposizione di Asuni rispondendo alle domande dell’avvocato di parte civile Francesco De Minicis e Matteo Restuccia -. Dopo la scaramuccia avuta al bar, siamo andati in via Garibaldi, lì ci siamo fermati a chiacchierare. Ecco che veniamo raggiunti da quel gruppetto di giovani, alcuni avevano le spranghe. Uno è salito sul cofano della mia auto. A quel punto ho chiamato i miei amici e siamo scappati però Giampiero non aveva fatto in tempo a salire in auto».
Allora il ritorno sul posto per cercare di recuperarlo: «Una volta tornato indietro l’ho cercato con lo sguardo ma subito quel gruppo di ragazzi ha provato di nuovo ad aggredirci. Così scappiamo ancora. Ero sotto choc dalla paura e non mi sono accorto di aver investito una persona. Da quell’episodio non ricordo più niente se non che la mattina ero nella caserma dei carabinieri. Lì mi è stato raccontato quello che avevo fatto. Mi sento profondamente in colpa».
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Alessandro Pazzaglia, nella notte tra il 17 e il 18 maggio, per tre volte Asuni avrebbe voluto investire un ragazzo con cui sarebbe nato un diverbio per futili motivi al bar “Settimo Cielo” a Pedaso. Un tentativo sarebbe avvenuto davanti al locale, gli altri due nei pressi del giardino “Ragazzopoli”. Il giovane, grazie alla prontezza di riflessi, sarebbe riuscito a evitare l’auto del 54enne ma avrebbe travolto Larivera in quanto si trovava sulla traiettoria. Durante i tentativi di investimento, sarebbe rimasto ferito un altro ragazzo con cui Asuni avrebbe discusso poco prima.
L’avvocato Francesco De Minicis
Per quei fatti l’imputato, difeso dall’avvocato Isabella Capriglia, è accusato di omicidio, tentato omicidio e lesioni, di non aver prestato l’obbligo di fermarsi e di prestare assistenza ai feriti, del rifiuto di sottoporsi all’alcol test e al test antidroga.
Oltre al 56enne oggi è stata sentita anche la sorella di Larivera che ha riferito del rapporto che aveva con il fratello e che era una persona mite. Davanti alla Corte anche il fratello di un ragazzo che, secondo l’accusa, Asuni avrebbe tentato di investire. Lui ha detto che suo fratello ha sofferto molto perché aveva rinviato la ripresa dell’attività agonistica di pugile. Poi è stata sentita anche la consulente medico legale di quel ragazzo. La dottoressa ha confermato la relazione svolta a seguito di quei fatti. Ha testimoniato anche la moglie dell’imputato ed ha riferito che suo marito, quando era tornato a casa quella notte, ripeteva frasi sconnesse ed era in uno stato confusionale.
Sono parti civili al processo la famiglia di Larivera con la Giesse risarcimento danni e due giovani che, secondo l’accusa, Asuni avrebbe provato a travolgere quella sera. La famiglia del 54enne è tutelata dall’avvocato Matteo Restuccia, ad assistere i due ragazzi gli avvocati Francesco De Minicis e Marco Gradassi. «La ricostruzione dei fatti dell’imputato è inverosimile viste le testimonianze ed i filmati della videosorveglianza dove si vede che lui ha avuto modo di notare il corpo a terra del suo amico» hanno detto le parti civili a margine dell’udienza. «Ho messo l’imputato davanti ad alcune discrasie che emergono con i video e le testimonianze che raccontano un fatto diverso rispetto a quello ricostruito da Asuni oggi in aula» ha aggiunto l’avvocato Restuccia.
L’avvocato Marco Gradassi
La Corte ha rinviato l’udienza all’11 settembre per ascoltare i tecnici della difesa, il responsabile civile e un testimone dell’accusa.
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