Cavalcata dell’Assunta, “Luce sul Medio Evo” atto secondo

FERMO - La seconda parte di “Luci sul Medio Evo” si è tenuta lo scorso giovedì all’auditorium San Filippo Neri. La serata si è aperta con l’interpretazione da parte di Micol Lanzidei e Vissia Brestoli di una narrazione redatta da Adolfo Leoni che racconta la Cavalcata dell’Assunta e il corteo processionale. 

La seconda parte di “Luci sul Medio Evo” si è tenuta lo scorso giovedì all’auditorium San Filippo Neri. La serata si è aperta con l’interpretazione da parte di Micol Lanzidei e Vissia Brestoli di una narrazione redatta da Adolfo Leoni che racconta la Cavalcata dell’Assunta e il corteo processionale. 

 

«Tanta gente importante è passata nella nostra città», ha detto proprio il regista in apertura dell’incontro. Dalla figlia di Teodorico, Amalasunta, fino alle due importanti signorie che hanno segnato la storia della nostra città: quella di Ludovico Migliorati e quella dei fratelli Sforza, Francesco e Alessandro. Di questi ultimi ha parlato il prof. Roberto Lamponi, dottorando dell’Università di Macerata. Quella offerta dal professore è stata un’ampia panoramica non solo sui personaggi illustri della storia fermana, ma in generale sulla società e sull’economia dell’epoca. «Nei castelli si viveva di pastorizia e allevamento – ha raccontato Lamponi – ma vennero anche sviluppati i settori del manifatturiero e dei tessuti. All’epoca i castelli erano linfa viva, molto dinamici e di rilievo per la città principale». E proprio a Fermo si concentravano invece notai, mercanti e giudici. Nel corso dell’intervento si è arrivati anche a parlare della sentita partecipazione della popolazione alla festa dell’Assunta e di come il comune si organizzava per contenere i disordini pubblici, anche ricorrendo a metodi repressivi violenti. 

 

Proprio per attirare l’attenzione del popolo, durante il periodo di festeggiamento dell’Assunta, che da agosto poteva estendersi fino a settembre, venivano organizzati anche dei giochi minori. Uno su tutti, la tauromachia, di cui ha parlato Riccardo Renzi, funzionario della biblioteca civica Spezioli. La tauromachia si svolgeva negli “steccati dei tori” ovvero in un’arena in cui solitamente combattevano un cane e un toro. La pratica poteva coinvolgere anche dei “giostrai” che entravano nello steccato per rendere la lotta ancora più animata. Nei suoi studi, Renzi si è soffermato sull’origine delle tauromachie marchigiane che non derivano da quelle iberiche, ma sarebbero addirittura più antiche. È quindi più plausibile che la tradizione abbia origine da due substrati: quello romano e, ancora prima, quello delle civiltà italiche preromane. In conclusione, quella dell’Assunta era una festa eccezionale: era un vanto per la città e rappresentava un periodo fiorente dal punto di vista economico.

 

I protagonisti assoluti della società quattrocentesca fermana erano i Priori, che oggi ricoprono una posizione di rilievo all’interno della rievocazione. L’ex vicepresidente della Cavalcata, il prof. Ing. Andrea Monteriù, ha raccontato il ruolo di queste figure di prestigio e le procedure di elezione, fedelmente rievocate durante l’odierna investitura dei Priori. «I Priori – ha spiegato – erano i veri rappresentanti della città: dalle lettere rinvenute emerge la profonda sensibilità e attenzione nei confronti dei più deboli». Ha aggiunto poi in conclusione: «È stato per me emozionante toccare con mano i documenti storici, mi sono sentito parte della storia». 

 

Durante i saluti conclusivi, Adolfo Leoni ha annunciato la nascita del gruppo “Gente Medievale”, che si occuperà di organizzare gli incontri informativi nei prossimi mesi. 

 


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