Aiuti economici alle donne vittime di violenza, Cesetti: «Ancora ferma la mia proposta di legge per l’istituzione del Reddito di libertà»

POLITICA - Il consigliere regionale del Partito Democratico: «Questa non è una semplice mancanza, una delle tante di questo centrodestra regionale che sta facendo arretrare le Marche in ogni campo, bensì una precisa scelta politica che sta tutta in capo alla giunta del presidente Acquaroli»

Fabrizio Cesetti

«L’allarme lanciato da Cgil, Cisl e Uil circa la mancata integrazione dei fondi statali per aiutare le donne vittime di violenza è una tragica verità, impietosamente fotografata da quel dato diffuso dall’Inps Marche, secondo cui nel triennio 2022-2024 sono state negate ben 137 domande di aiuto per l’assenza di risorse. Questa non è una semplice mancanza, una delle tante di questo centrodestra regionale che sta facendo arretrare le Marche in ogni campo, bensì una precisa scelta politica che sta tutta in capo alla giunta del presidente Acquaroli. Lo dimostra il fatto che la mia proposta di legge per l’istituzione del Reddito di Libertà, depositata il 23 maggio del 2023 (ovvero oltre due anni fa) deve ancora essere discussa dal consiglio regionale a causa dell’ostruzionismo dei gruppi di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc e Noi Moderati, i quali continuano senza alcun motivo a rinviarne l’esame». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti.

«E pensare – continua Cesetti – che a garantire l’impegno per l’approvazione di quel testo di legge in tempi brevi erano stati in primo luogo il presidente della IV commissione Nicola Baiocchi, la consigliera Anna Menghi e l’allora consigliere, oggi eurodeputato, Carlo Ciccioli. Evidentemente la loro parola non conta nulla o comunque non è sufficiente a vincere le resistenze di una giunta regionale che continua a fare spallucce di fronte al dramma di tante donne che, dopo aver subito violenze, continuano a restare ostaggio dei loro aguzzini. La legge che ho depositato, infatti, prevede lo stanziamento da parte della Regione Marche di risorse per integrare i fondi statali volti a sostenere e accompagnare le donne che subiscono violenza e sono prive di un lavoro stabile e retribuito, in un percorso di autonomia che miri anzitutto a liberarle dal ricatto della dipendenza economica. Perché spesso è proprio l’impossibilità di provvedere a sé stesse, e a volte ai loro figli, a non permettere alla donne di abbandonare l’ambiente domestico tossico, continuando a subire soprusi. E quelle che comunque trovano il coraggio di andarsene, il più delle volte sono destinate a finire in povertà».

«Ho già inviato al presidente del consiglio regionale Dino Latini – conclude Cesetti – la richiesta di accelerare l’iter della legge, ma temo che ancora una volta i diritti delle donne andranno a sbattere contro il muro di gomma delle consigliere e dei consiglieri regionali del centrodestra, bravissimi a fare passerella l’8 marzo e il 25 novembre, ma pessimi nel costruire soluzioni efficaci contro la piaga della violenza di genere».


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