Il 21 giugno presso il Santuario di Loreto ha avuto luogo il Giubileo degli amministratori pubblici delle Marche, convocato dai Vescovi della Conferenza Episcopale marchigiana, organizzato dalla Pastorale sociale e del lavoro della nostra regione e con l’importante ausilio delle persone della Santa Casa.
Più di 120 amministratori pubblici hanno vissuto i diversi momenti previsti dall’organizzazione del giubileo: innanzitutto, l’intenso momento liturgico-penitenziale costituito da una processione partita dalla Basilica inferiore e conclusasi con la S. Messa presieduta dal referente della Pastorale sociale e del lavoro della Regione Marche, il Vescovo di Ascoli Piceno e San Benedetto, mons. Gianpiero Palmieri, concelebrata dai vescovi di Ancona, Mons. Angelo Spina; di Senigallia Mons, Franco Manenti; di Iesi, Mons. Paolo Ricciardi; di Macerata Mons. Nazzareno Marconi; di Pesaro Mons. Sandro Salvucci e Mons. Andrea Andreozzi di Fano.
Nella sua omelia mons. Palmieri ha ricordato l’esperienza di essere casa, che la santa famiglia di Nazareth ha sperimentato e Loreto ne è traccia. «Quale esperienza di conversione giubilare oggi? – si chiede Mons. Palmieri – Partiamo dall’apprendere ad essere fratelli. Le letture proposte della Liturgia ci dicono che i gigli del campo sono molto più belli del vestito di salomone. Che vuole dire? Che Gesù invita a mettere le cose al giusto posto: prima il Regno di Dio e la sua giustizia e poi il resto. Regno di Dio è Slalom, concordia umana, amore, cura dei piccoli e dei poveri, dobbiamo ricordare che il Regno di Dio è più ampio della Chiesa». Il vescovo ha concluso invitando ad un elogio della debolezza, come San Paolo che scriveva lettere infuocate ma che era piccolino come una spina nella carne. Anche se ci sentiamo deboli è allora che possiamo sperimentare l’energia che proviene dall’alto. L’augurio è che San Tommaso Moro, patrono degli amministratori, possa accompagnare i presenti nelle fatiche e nelle gioie del loro servizio per il bene comune.
Il Prof. Luigino Bruni, ordinario di Economia presso la Lumsa di Roma, ha svolto delle riflessioni sapienziali intorno al significato del Giubileo, a partire da come è descritto dal Primo Testamento: l’esperienza di liberare gli schiavi e la terra dai debiti, poiché si scopre di essere destinatari della misericordia divina. Non sempre si è stati all’altezza di questo patto giubilare, infatti i ricchi tornarono a prendersi gli schiavi che avevano liberato, come lamenta il profeta Geremia. Bruni ha invitato gli amministratori ad essere shomer, sentinelle di attenzione al bene comune, perché il rischio è che si torni a fare la guerra, a costruire muri, a situazioni frutto di dolori civili infiniti.
L’avvocato Daniela Palladinetti, membro del comitato della 50esima Settimana sociale di Trieste, ha ricordato l’importanza dello slogan “Al cuore della Democrazia”. Ha presentato gli Atti di quella settimana sociale, di quei 5 giorni triestini, che a luglio 2024, hanno visto riunirsi nel capoluogo giuliano 1000 delegati, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all’inizio e di papa Francesco, alla fine. Ha sottolineato che «a Trieste vi erano 328 under 35 e 300 donne e invitato a fare come a Trieste ed a dare voce a donne e giovani. Gli Atti presentati come Italia centrale sono un testo agile, plurale e denso di contenuti, consegnati per un uso svariato per le scuole socio-politiche, ma anche per gli amministratori riunitisi che a conclusione dell’incontro potrebbero chiedersi: “cosa possiamo fare? Cosa ci portiamo a casa dal giubileo degli amministratori? Dove sperimenteremo queste metodologie nei nostri territori?”».
Ha ricordato che a Trieste è nata la rete degli amministratori che, a prescindere dal posizionamento politico, si vogliono incontrare per proporre riflessioni su ambiti concreti quali l’attenzione ai giovani, il welfare di prossimità, la cittadinanza attiva e i patti di collaborazione, la sanità partecipata dai cittadini. Ha invitato a recarsi sul sito “Al cuore della Democrazia- Settimane sociali”, per scaricare i materiali elaborati.
Il prof. Antonio Campati, ricercatore di Filosofia politica presso l’Università cattolica del sacro Cuore di Milano, ha ringraziato per la possibilità di confrontarsi con gli amministratori locali. Ha ricordato che sia il presidente nazionale Mattarella che papa Francesco hanno parlato di democrazia a bassa intensità, citato papa Francesco prima ancora che diventasse Papa, da cardinale. Ha anche ricordato le difficoltà della democrazia: «Tocqueville sosteneva che il cuore della democrazia è nelle realtà locali e lo abbiamo dimenticato. Facciamo mea culpa, come cattolici, perché don Luigi Sturzo, ma non solo lui, avevano innervato la propria azione politica nella realtà locale». Da studioso del pensiero politico, ha invitato a «fare una riflessione su liberalismo e democrazia ed ispirazione cristiana: il vangelo non giustifica una democrazia illiberale». Ha spezzato una lancia a favore della rappresentanza: “«Occorre trovare un nuovo equilibrio tra partecipazione e rappresentanza. Occorre tenere da conto anche la partecipazione digitale. Il 63 per cento dei giovani si informa e si fa una idea sui fatti della società e della politica seguendo gli influencer. A volte, non prendiamo consapevolezza che i nostri studenti, ad esempio i suoi allievi, non guardano giornali e telegiornali, ma gli influencer».
Cosa vuol dire formare alla politica, oggi in cui i giovani quasi vivono nel tempo di internet? A Loreto erano presenti i coordinatori marchigiani della Rete di Trieste, che nel passaparola hanno invitato gli amministratori ad unirsi a questa nuova forma di vita politica comunitaria.
Dopo un pranzo vissuto in stile di amicizia, gli amministratori si sono riuniti in gruppi di discernimento comunitario, aiutati dai facilitatori e dai responsabili degli uffici di Pastorale sociale e del lavoro. Si è sperimentato il metodo partecipativo basato sull’ascolto attivo e poi sono state individuate delle esperienze significative da proporre all’attenzione dei cittadini, alle associazioni, ai partiti e ai candidati del prossimo Consiglio Regionale: dal cohousing congiunto al problema dell’abitare e dello spopolamento di aree geografiche interne alla cura dell’invecchiamento attivo, dai consigli comunali dei ragazzi a nuovi percorsi di educazione civica per 17enni, dalle comunità energetiche rinnovabili al consumo del suolo; sono stati diversi gli ambiti di stimolo. L’intenzione della pastorale sociale marchigiana è presentare le 5 esperienze maggiormente richiamate in un prossimo appuntamento corale ed anche nei mass media.
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