Nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio è collassata una porzione del prospetto Est in laterizio della Salara, in Via Properzi.
«Denunciamo l’incuria in cui l’edificio storico è stato lasciato dalla proprietà nonostante l’esistenza di un vincolo apposto dalla Soprintendenza, proprio su nostra istanza, oltre 40 anni fa – dicono dalla Società operaia di Porto San Giorgio -. Il Piano regolatore di Porto San Giorgio, in ossequio all’importanza storico-architettonica dell’edificio, qualificato “Magazzino de’ Sali” nel Catasto del 1818 di Porto San Giorgio, ne ha dedotto la destinazione d’uso in quella di sito museale di cui la città era totalmente carente.
La circostanza per cui sul piano urbanistico sia il Comune, sia la proprietà non abbiano voluto in tanti anni attivarsi per una corretta salvaguardia dell’edificio, fa capire quanto i temi culturali siano lontani anni luce dalle sensibilità amministrative».
E poi ancora: «Dopo la rimozione di tegole pericolanti, la chiusura posticcia di aperture (finestre e porte) per evitarne l’accesso ai malintenzionati, questo monumento è rimasto in uno stato che ha più volte sollecitato i residenti a chiedere soluzioni definitive sul piano igienico, mai praticate.
Richiamando l’importanza storico-architettonica della Salara, edificio rinvenibile nei disegni del 1667, conservati alla British Library di Londra, in posizione isolata sulla spiaggia con il torrione di testata a Sud dotato di scarpa, questo edificio nella coscienza di tutti è un testimone di cui andare fieri, l’unico che resta in città.
Esortiamo l’Amministrazione a fare i passi necessari per dar corso ad un procedimento amministrativo volto ad incamerarne la proprietà per uso pubblico (non necessariamente con esproprio), secondo le previsioni di Prg, attivando lo strumento studiato e comunicato a tutti gli amministratori alcuni mesi fa dal “Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, difendiamo i territori” per dare una soluzione adeguata e dignitosa ad un bene comune, togliendolo dall’abbandono e dal degrado».
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