L’interruzione volontaria di gravidanza approda in Consiglio, Rete Femminista presente: «Continuiamo la nostra battaglia»

FERMO - L'annuncio di Diletta Parrino, rappresentante nel Fermano della Rete Femminista Marche

Diletta Parrino

L’8 luglio 2025 alle ore 18.45 presso il Consiglio comunale di Fermo verrà presentata la mozione sull’Ivg (interruzione volontaria di gravidanza). E la Rete Femminista Marche Molto+di194 sarà presente, come nel 2021 «quando fummo le prime a scendere in piazza, a Fermo e nelle altre città marchigiane, per protestare contro le parole pronunciate dall’assessore regionale Saltamartini, che aveva fatto riferimento a embrioni, vita e razza italica» rimarca Diletta Parrino, proprio per la Rete Femminista Marche Molto+di194.

«A quella manifestazione aderirono numerose associazioni e partiti della sinistra, ribadendo il grido “194, indietro non si torna!“. Nel 2022, sempre la Rete Femminista, insieme a 22 associazioni, partiti e sigle sindacali, si è fatta promotrice – rimarca Parrino, rappresentante nel Fermano della Rete Femminista Marche – di una diffida nei confronti della Regione Marche per il mancato rispetto e la mancata attuazione di questa legge. Purtroppo, a distanza di tre anni, poco è cambiato, se non l’assunzione di una sola ginecologa non obiettrice presso l’ospedale Murri di Fermo, che però non riesce a soddisfare tutte le richieste di interruzione volontaria di gravidanza. La Rete era presente al presidio “Stanche sì, Arrese mai”; organizzato da varie sigle ed associazioni
il 25 maggio a Fermo, con le sue parole d’ordine. Per questo è necessario presidiare il consiglio comunale e continuare la battaglia fuori, nelle piazze
e tra la gente: garantire il diritto all’Ivg assicurando nelle strutture del Servizio sanitario nazionale la presenza di medici non obiettori con concorsi e contratti mirati, garantire in tutte le regioni il ricorso all’Ivg con il metodo farmacologico in day-hospital, giudicato sicuro dalle linee di indirizzo del Ministero della Salute, impedire la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti nei consultori e nelle strutture ospedaliere e applicare le linee guida che prevedono il ricorso all’Ivg nei consultori fino alle 9 settimane».


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