di Silvia Ilari
Colpo di scena al Consiglio comunale di Fermo: si è dimesso il presidente Francesco Trasatti: «Io e il mio gruppo siamo per il civismo che non è diventato cinismo»
Dopo lo strappo consumatosi nei mesi scorso tra il gruppo consiliare “La città che vogliamo” e la maggioranza, il presidente ha deciso di fare un passo indietro rassegnando, oggi pomeriggio, le sue dimissioni.
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Un consiglio comunale, quello odierno, che già di suo si preannunciava bollente: al punto 4 infatti c’è la mozione presentata dal consigliere Pascucci, proprio del gruppo “La città che vogliamo” a cui appartiene lo stesso Trasatti, per l’applicazione della delibera Aifa in materia di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica nelle Marche, potenziamento dei consultori pubblici e la piena applicazione della legge 194, “saltata” tra le polemiche, nell’ultima assise. Ma il colpo di scena (primo ma forse non unico?) è arrivato già in apertura.
Il consiglio comunale, oggi pomeriggio, ha visto una presenza massiccia di pubblico (di quelle insolite, e riservate alle “grandi occasioni”). Infatti la Rete Femminista delle Marche, con la sua rappresentante fermana Diletta Parrino, ha fatto sapere nei giorni scorsi che proprio la Rete avrebbe partecipato . E sono state di parola. La mobilitazione è arrivata a seguito, si diceva, della mancata discussione proprio della mozione sull’Ivg saltata nell’ultima assise, una mossa che ha mandato su tutte le furie l’opposizione.
Ma torniamo a Trasatti. Dopo le dimissioni, l’ormai a questo punto, ex presidente è tornato tra gli scranni, vicino ai suoi colleghi consiglieri. Un addio definitivo, quello tra Trasatti e Calcinaro che, anzi, fra poco più di due mesi si ritroveranno l’un contro l’altro per le elezioni regionali, il primo candidato in una lista a sostegno di Matteo Ricci, l’altro in una compagine pro Francesco Acquaroli.
«Mi è stato detto di seguire l’esempio di Giovanni Lanciotti che si dimise uscendo dalla maggioranza di Nella Brambatti. A me non interessa l’indennità. Ecco dunque le mie dimissioni – le parole di Trasatti – purtroppo è venuto meno un progetto, il noi è diventato io (stoccata al sindaco Paolo Calcinaro). Le progettazioni di ieri, oggi sono diventate silenzi e strategie» e poi quella goccia che ha fatto traboccare il vaso (in occasione del primo passaggio consiliare della mozione sull’Ivg): «Lo scontro in maggioranza con la verifica del numero legale è stato un fatto eclatante, senza precedenti. Il tutto suo una mozione oltretutto delicata».
«Non si dica che me ne sono andato per le elezioni imminenti. Capisco che le sparate sui social sono “una droga” ma già alle Provinciali le nostre strade (sempre con un occhio rivolto al primo cittadino) si sono divise con la tua candidatura in una forza di destra quando poi hai parlato di rilanciare il progetto civico. Sembra che il sindaco si candiderà a sostegno di Acquaroli. Ma fa sorridere che si autoproclami come civico quando in Regione non si può esserlo. Rispetto ogni scelta ma la mia è diversa. Io e la mia lista stiamo dall’altra parte e questo non ci rende meno civici. Con il mio gruppo siamo sempre stati coerenti. Non rinnego nulla di quanto fatto fino ad oggi. Forse stiamo lasciando una nave da crociera per una barca a vela ma il Titanic sia di insegnamento. E restiamo aggrappati a un civismo che non è cinismo».
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