Interruzione di gravidanza, via libera alla mozione. La città che vogliamo: «Soddisfatti del risultato»

FERMO - Il gruppo consiliare: «La soddisfazione è doppia perché, dopo la sospensione del consiglio dello scorso 15 maggio, a nostra richiesta, abbiamo dato voce alla ‘cittadinanza attiva’ cui la politica deve tornare a guardare»

La città che vogliamo«La mozione riguardante l’applicazione della delibera AIFA in materia di accesso all’IVG-interruzione volontaria farmacologica di gravidanza presentata al punto 4 del consiglio comunale di ieri, dal consigliere nonché nostro segretario Nicola Pascucci è stata, finalmente, approvata con astenuti: consiglieri Acito, Ferroni, Tramannoni, Simoni, Bargoni; contrari: Giacobbi, Tulli, Rocchi e Lucci. Noi consiglieri Pascucci, Febi, Bagalini e l’oramai ex presidente del consiglio Trasatti, esprimiamo grande soddisfazione anche a nome degli altri firmatari: Perticari, Pistolesi, Faggio, Borraccini (Piazza Pulita) e di minoranza Nicolai, Vallasciani, Malvatani (PD), Morroni, Interlenghi (Fermo Capoluogo) e Fortuna (M5S). La soddisfazione è doppia perché, dopo la sospensione del consiglio dello scorso 15 maggio, a nostra richiesta, abbiamo dato voce alla ‘cittadinanza attiva’ cui la politica deve tornare a guardare». A dirlo è il gruppo consiliare fermano La città che vogliamo.

«A seguito delle 1600 firme raccolte e delle numerose associazioni che ci hanno intercettato – si apre così il testo della mozione -, abbiamo chiesto di votare per dare ‘forte’ mandato al Sindaco nel portare tale istanza all’Ast di Fermo e alla regione Marche. Non è possibile che la nostra città debba sopportare mancanza di diritti e di scelta; che da tanti anni sia vessata a causa di ‘una vera e propria sospensione di legge’. La IVG a Fermo non è applicata e siamo in ‘obiezione di struttura’. Le nostre concittadine sono costrette a migrare e, perdendo tempo prezioso, a rinunciare alla IVG farmacologica psicologicamente e fisicamente meno invasiva. Oltre al mancato rispetto delle altre due leggi, Balduzzi e Gelli Bianco sull’appropriatezza e l’accesso alle cure e sulla miglior cura possibile, Fermo non ha neanche i consultori istituiti nel 1975, prima della legge 194 del 1978. Fermo merita di andare sui giornali per questo? I fermani non pagano le tasse? Non si tratta di un discorso morale ma di legge; neppure si tratta di aspetti tecnici: perchè Ascoli a 40 km fa 86% di intervento farmacologico e noi niente? Dite di voler bene alla città e spostate il dibattito a cose che riguardano il parlamento o la scienza. A Fermo, c’è la mancata applicazione di una legge: perchè sindaco? Chiudo ringraziando associazioni e consiglieri. Un uomo ha presentato la mozione? Perchè i diritti o sono di tutti o sono privilegi; perchè le battaglie o si fanno insieme o non funzionano. Infine perché, in questi mesi, una ragazza delle associazioni mi ha insegnato che per essere femminista non basta essere donna: e io sono un uomo femminista. Il ringraziamento più grande all’eterogeneo pubblico presente nell’assise consiliare che, dopo il lungo e caloroso applauso al termine delle dimissioni presentate dal presidente Trasatti, è intervenuto più volte a sostegno della mozione, durante la discussione».


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