Ok alla mozione su Ivg, Popolo della Famiglia: «Solo propaganda, il Comune non ha competenza»

FERMO - Gabriele Cinti, vicecoordinatore del Popolo della Famiglia per la regione Marche: «Iniziamo con una premessa - continua Cinti - il Consiglio comunale  (e il Comune stesso) non hanno competenza riguardo all'interruzione di gravidanza, per cui sia la mozione che il comunicato sono nulla più che mera propaganda. La coerenza, poi, degli abortisti è veramente epocale: pretendono il rispetto della legge 194/78 ma sono i primi a pretendere che non venga rispettato l'art. 9 della legge stessa, quello sul diritto  all'obiezione di coscienza. Lamentano, spesso, discriminazioni verso chi vuole abortire e non può, ma sono i primi a discriminare i medici obiettori, pretendendo concorsi e assunzioni  per soli non obiettori. Pretesa che oltretutto viola  la Costituzione, la stessa legge 194 e contrasta con i principi di imparzialità e parità di accesso all’impiego pubblico a cui la pubblica amministrazione deve attenersi».

«Leggere le incongruenze scritte nei comunicati dei sostenitori dell’aborto, sarebbe anche divertente se non si trattasse di un argomento così serio, ma si tratta  di una  questione di vita o di morte, quella di bambini innocenti e soprattutto vivi (e lo dice la scienza non l’ideologia)  per cui c’è poco da ridere». Questo ha dichiarato Gabriele Cinti, vicecoordinatore del Popolo della Famiglia per la regione Marche, commentando un comunicato della Rete Femminista, pubblicato pochi giorni fa anche su Cronache Fermane, e il risultato del Consiglio in cui si è discussa la mozione (poi approvata) sull’interruzione volontaria di gravidanza.

«Iniziamo con una premessa – continua Cinti – il Consiglio comunale  (e il Comune stesso) non hanno competenza riguardo all’interruzione di gravidanza, per cui sia la mozione che il comunicato sono nulla più che mera propaganda. La coerenza, poi, degli abortisti è veramente epocale: pretendono il rispetto della legge 194/78 ma sono i primi a pretendere che non venga rispettato l’art. 9 della legge stessa, quello sul diritto  all’obiezione di coscienza. Lamentano, spesso, discriminazioni verso chi vuole abortire e non può, ma sono i primi a discriminare i medici obiettori, pretendendo concorsi e assunzioni  per soli non obiettori.
Pretesa che oltretutto viola  la Costituzione, la stessa legge 194 e contrasta con i principi di imparzialità e parità di accesso all’impiego pubblico a cui la pubblica amministrazione deve attenersi».

«Concludendo – termina Cinti – un concorso per soli obiettori non sarebbe legittimo, nemmeno se supportato da una legge regionale. Esiste una gerarchia delle fonti del diritto  e una legge  regionale non può in alcun modo andare contro una legge statale. Il Popolo della famiglia non starà mai in silenzio mentre vengono fatte  proposte  ideologiche, basate sul nulla, che hanno  come unico scopo quello di far passare come diritto quello che, nemmeno dalla legge 194 è considerato tale».

 

 

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