«E’ pur vero che stiamo entrando nel vivo della campagna elettorale per le elezioni regionali di fine settembre ma questo non giustifica che la Sanità, materia di grande impatto sulla vita di famiglie e persone, diventi oggetto di ogni tipo di “sparata” propagandistica da ogni parte. Il Fermano non può essere ulteriormente illuso quindi ogni proposta propositiva ma fattibile è degna di attenzione; molto meno le “televendite di sogni” finalizzate solo ad un facile ma effimero consenso». E’ quanto dichiara Giuseppe Donati, responsabile territoriale di Fermo e coordinatore del Dipartimento Sanità della Cisl Fp Marche.
«La Cisl Fp Marche – Area Sindacale di Fermo – non può che richiamare i vari contendenti in campo a lasciar perdere le promesse impossibili e di aprirsi invece al confronto con i professionisti, operatori e parti sociali, che conoscono molto e meglio di chiunque altro, i punti forti e quelli deboli del sistema sanitario di Fermo ancora in grande affanno e storicamente sempre un passo indietro rispetto ad altri territori marchigiani. Siamo pronti all’ascolto di tutti ma vorrebbe confrontarsi su una piattaforma di rilancio della sanità fermana molto concreta sulla quale chi vincerà le elezioni darà garanzie di attuazione certa. La storia degli ultimi 25 anni di gestione della Sanità nella provincia di Fermo a partire dalla Zona Territoriale 11, proseguendo con l’Area Vasta 4 poi ultimamente all’Ast non può essere reinventata o rappresentata a seconda della convenienza di chi la racconta. C’è per l’appunto la storia a parlare ma soprattutto i numerosissimi interventi pubblici con i quali Cisl Fp in questi lunghi anni ha tentato in ogni modo di stimolare gli attori decisionali regionali ed anche i rappresentanti politici provinciali e locali nonché i vari amministratori a “fare squadra” per la sanità fermana. Quello che è infatti mancato nei tanti anni precedenti è stata la volontà di lottare insieme a prescindere dai colori, per consegnare ai nostri figli una sanità ospedaliera e del territorio, migliore o almeno al pari di quella delle altre province. La storia racconta che mentre altri territori delle Marche hanno avuto rendite di posizione, il Fermano ha perso tre ospedali periferici, riconvertiti in scatole vuote o quasi. Questo, almeno fino a pochi anni fa. Alla luce delle suddette chiusure, Fermo è rimasto con un solo Pronto Soccorso, decisione che grida vendetta alla luce della condizione in cui si trovano ad operare, medici, infermieri ed Oss nell’unico Pronto Soccorso della provincia. Ha visto tagliati servizi e reparti mentre solo nell’ultimo triennio è stata attivata Emodinamica, seppure con sedute programmate in alcuni giorni la settimana. Nel frattempo però mentre alla sanità del Fermano si chiedeva “razionalizzazioni” in quel di Pesaro era nata una nuova Azienda Sanitaria Ospedaliera con Dea di II livello a distanza di soli 60 km dall’altra di Torrette. In quel di Ascoli permanevano due grandi ospedali quali San Benedetto ed Ascoli e in quel di Macerata addirittura quattro: Civitanova Marche, Macerata, Camerino e Tolentino (fino al terremoto). La Cisl Fp ha sempre urlato che tutto questo, in presenza addirittura dell’Asur (Azienda Sanitaria Unica Regionale) che doveva garantire equità, fosse un vero e proprio “affronto” a chi risiedeva nel Fermano, considerato cittadino di serie b. Perché è importante rivangare la storia passata? Perché come in tutte le campagne elettorali che si rispettino, c’è sempre chi fa finta che il passato non sia esistito e si propone come salvatore della patria. Fa parte dei giochi e potrebbe andare anche bene se ci fossero programmi concreti, realizzabili con l’attuale quadro economico-finanziario ma soprattutto condivisi. Cisl Fp, con l’Area Sindacale di Fermo, lancia ai candidati una sfida: confrontiamoci e studiamo interventi di potenziamento vero della sanità fermana ad iniziare dalla revisione dei piani di fabbisogno del personale che tengano conto della reale necessità assunzionale e di stabilizzazione dei tantissimi operatori e professionisti ancora precari».
«Per Cisl Fp in Ast Fermo, servirebbero non meno di 700 posti stabili di infermieri per coprire turni in ogni reparto e servizio ospedaliero di Fermo ed Amandola ma anche della medicina territoriale, garantendo i diritti contrattuali ai dipendenti. Ciò al netto di quelli che eventualmente servirebbero per l’attivazione degli infermieri di comunità, così come previsto dal DM 77. Il numero di posti per Oss attualmente disponibili in Ast sono risibili rispetto alla necessità vera di rendere presente questa figura indispensabile in ogni turno di servizio ed in tutti i reparti. L’incremento minimo necessario sarebbe di circa 30 unità rispetto a quelle presenti oggi. Così pure sarebbe da confrontarsi sul numero ottimale di tecnici sanitari per la copertura della domanda di diagnostica laboratoristica e radiologica sia alla luce della crescente domanda di prestazioni e delle lunghissime liste di attesa sia soprattutto, evento che ormai quasi tutti hanno dimenticato dopo i fuochi d’artificio dell’inaugurazione, l’apertura del nuovo ospedale di Amandola. Una cosa è certa: se si vorrà dare seguito alle sfolgoranti promesse di piena occupazione della Medicina Amandola ma soprattutto se al comprensorio montano si vorrà riconoscere il diritto ad avere un suo Pronto Soccorso e non un Ppio (Punto Primo Intervento Ospedaliero) che è un modo mascherato per non chiamarlo come il vecchio Ppi ove si potevano trattare solo casi semplici, non complicati e non l’emergenze, andrà assegnato il personale infermieristico ed Oss ancora mancante e andrà ripensata la riattivazione di un Laboratorio Analisi, della Radiologia h24 e soprattutto la presenza dell’anestesista rianimatore. Su questo bisognerà essere chiari una volta per tutte. Diversamente, la storia raccontata ai cittadini di Amandola e dintorni, sarà stata solo “ una bella storia” appunto. Altro impegno che Cisl Fp chiede agli schieramenti di assumere sulla Sanità fermana, è che entro i primi 100 giorni della prossima legislatura, tutti i primariati scoperti saranno coperti. Se ne parla poco ma l’Ospedale di rete in Ast Fermo cioè il Murri, da ben tre anni è senza direttore di presidio. Attualmente l’incarico di facente funzione è svolto dal dott. Luca Polci coadiuvato dal dott. Fabrizio Santillo. La domanda è: a chi ha fatto comodo non dare seguito al concorso per la copertura di quel posto? Alla luce dell’enorme lavoro che si dovrà fare per il trasferimento del Murri al nuovo ospedale di Campiglione, questo prolungato stop del concorso è inspiegabile. In tutte le normali realtà sanitarie, sarebbe proprio il Direttore di Presidio, il protagonista della pianificazione del trasferimento. Nell’attuale Ast invece, si sta lavorando ed assumendo decisioni su come e quando trasferire i reparti “in segreto” e chi ci sta lavorando, sembrerebbe avere alcuna intenzione di aprirsi al confronto con altri soggetti assolutamente legittimati a dare il proprio contributo ad iniziare dal Sindacato che rappresenta 1700 dipendenti della sanità. Questo modo di procedere è sbagliato, come del resto è avvenuto, in piccolo, con l’attivazione del nuovo ospedale di Amandola ove i Sindacati sono stati palesemente esclusi da ogni percorso di confronto preventivo. Su questo vi sono fondate e pesanti preoccupazioni da parte di Cisl Fp perché il trasferimento a stralcio su un lungo periodo sarebbe devastante per l’attività ospedaliera di Fermo. La Cisl Fp Area Sindacale di Fermo si propone come interlocutore di chiunque sia interessato a pianificare un programma di legislatura sulla sanità di Fermo e sul Fermano. Chiede agli schieramenti di dichiarare fin da ora la certezza della presenza nella futura Giunta di un assessore di Fermo. Questo, per cominciare. La provincia di Fermo ha diritto ad un suo assessore che è mancato da troppo tempo come punto di riferimento politico per le questioni territoriali. C’è tanto lavoro da fare per recuperare terreno e restituire a Fermo ciò che le spetta di diritto e non solo in sanità. Dopo tantissimi anni dalla creazione della quinta provincia delle Marche, mancano ad esempio, l’Ispettorato del Lavoro, la Motorizzazione, il Provveditorato scolastico, L’Ufficio del Lavoro, ecc. Ribadiamo però che Cisl Fp non è disponibile a seguire nessuno sulla via della “sparata più grossa”. Alcune affermazioni lette di recente su maxi finanziamenti e maxi investimenti sul personale della sanità di Fermo, non suffragati da percorsi che ne renderebbero fattibile la realizzazione anzi cozzerebbero a legislazione vigente con norme di finanza pubblica (vedi il rispetto del tetto di spesa per il personale), restano pura propaganda elettorale perché non supportate da piani di fattibilità spiegati e resi noti. Chi ha voglia di avanzare proposte invece fattibili e dimostrabili nella loro realizzazione, si faccia avanti e Cisl Fp sarà ben lieta di avviare riflessioni e confronto».
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