Il Festival dell’Appennino emoziona Amandola con Moni Ovadia e Valentino Alessandrini
AMANDOLA -La Città di Amandola ha accolto una tappa del "Festival dell'Appennino" inclusivo di natura, con l'attore, musicista e regista Moni Ovadia. Nell'accogliente sala convegni dell'ex Collegiata, in centro storico, gremita di cittadini e turisti provenienti da ogni dove, alla presenza del sindaco Adolfo Marinangeli, del vicesindaco Giovanni Annessi, e dell'assessore al turismo Maria Rita Grazioli, si è dato vita allo spettacolo "Rotte mediterranee", racconti, musiche e canzoni popolari.
Interessante domenica estiva quella di ieri ad Amandola. Si punta sulla musica e sulla cultura per il turismo esperienziale e il benessere dei cittadini stessi.
Doppio evento organizzato nel pomeriggio dal Comune e dall’ufficio turistico e in serata dalla locale Proloco. Dopo il grande successo della Cenalonga di venerdì scorso, la Città di Amandola ha accolto una tappa del “Festival dell’Appennino” inclusivo di natura, con l’attore, musicista e regista Moni Ovadia.
Nell’accogliente sala convegni dell’ex Collegiata, in centro storico, gremita di cittadini e turisti provenienti da ogni dove, alla presenza del sindaco Adolfo Marinangeli, del vicesindaco Giovanni Annessi, e dell’assessore al turismo Maria Rita Grazioli, si è dato vita allo spettacolo “Rotte mediterranee”, racconti, musiche e canzoni popolari.
Il compositore Giovanni Seneca, due giovani musicisti e una cantante hanno accompagnato un coinvolgente Moni Ovadia che ha saputo offrire agli ascoltatori un valido spunto di riflessione sulla necessità di essere uniti, costruire saldi collegamenti, collaborazioni tra popoli e culture, senso di appartenenza, identità e cultura.
Questo è anche l’intento del “Festival dell’Appennino”, una manifestazione turistico-culturale che favorisce un turismo esperienziale accessibile a tutti nelle aree interne attraverso escursioni nella natura, spettacoli musicali, concerti, convegni e percorsi enogastronomici.
Dalla collaborazione di Bim Tronto, Mete Picene, Let’s Marche, l’associazione Appennino Up, il contributo del Commissario straordinario Sisma 2016, il festival favorisce la rete collaborativa tra enti pubblici e privati del terzo settore, imprese e comunità per raccontare le diverse sfaccettature delle aree più marginali, quelle da riscoprire, vivere e tutelare.
Davanti a bellissimi scenari montani, il protagonista del pomeriggio di ieri è stato, però, il mare.Più precisamente, per dirla con le parole del narratore, il Mediterraneo, la via delle spezie, la via della seta, la via degli ori, la via del sale, la via della conoscenza dell’arte, della scienza e della sapienza, la via della diffusione del potere e della civiltà, la via dei profeti e della diffusione delle religioni, la via dove è stata concepita l’Europa.
Il mare, come un ponte che collega le sponde di mondi in contatto tra loro, con i loro tesori, le loro culture e i loro capitali umani; il viaggio e i viaggiatori, il perché conosciuto e tramandato e quello sconosciuto; i ponti come sentinelle per collegare e pacificare; tutto tende all’altra metà, al passaggio. L’uomo che trova ostacoli non si ferma e costruisce ponti di pietra e li ricostruisce quando l’acqua li trascina via con l’esempio delle formiche che lavorano instancabilmente, non si ferma,vuole transitare, andare oltre, alla ricerca della cultura e del dialogo tra popoli.
Uno spunto per parlare anche delle sanguinose guerre in atto, sensibilizzare i presenti e stimolare la pacificazione. Quel mare e quei ponti che comunque ci riconducono sempre a casa, dove si hanno le radici e il cuore. Un discorso che si potrebbe estendere anche al giovane artista Valentino Alessandrini che in serata ha riscaldato gli animi degli amandolesi con le note della sua musica. La Piazza Risorgimento ha accolto con grande entusiasmo il suo concittadino che fa il giro del mondo per allietare serate, eventi e manifestazioni con la magia del suo violino.
La Pro loco si è fatta interprete della volontà popolare per un appuntamento ricorrente di Valentino con la sua Amandola, il paese in cui è nato e cresciuto; il paese da cui è partito per le sue esperienze musicali all’estero, anche oltreoceano e in cui torna spesso per ritrovare i suoi affetti più veri. Un ragazzo dalla spiccata sensibilità, amato dai suoi paesani e dai suoi cari, ancorato alle tradizioni. Colpisce quel suo speciale attaccamento alla famiglia, sempre presente ai suoi concerti, in particolare la mamma, pronta ad infonderle sicurezza e supporto. Un esempio di vero riconoscimento delle radici e dei valori trasmessi, come vorrebbe un perfetto ambasciatore del territorio montano.